31 Marzo 2018
“Cadavere di Cristo”
Nicodemo e Giuseppe
d'Arimatea — discepoli nascosti di Cristo — intercedono per Lui dalle alte
cariche che occupano. Nell'ora della solitudine, del totale abbandono e del
disprezzo ... proprio allora danno la faccia audacter (Mc 15, 43)...: coraggio
eroico! Io salirò con loro fino al piedi della Croce, mi stringerò al Corpo
freddo, al cadavere di Cristo, con il fuoco del mio amore ... lo schioderò con
i miei atti di riparazione e con le mie mortificazioni.... lo avvolgerò nel
lenzuolo nuovo della mia vita limpida, e lo seppellirò nel mio cuore di roccia
viva, dal quale nessuno me lo potrà strappare, e lì, Signore, puoi riposare!
Quand'anche tutto il mondo ti abbandoni e ti disprezzi..., serviam! ti servirò,
Signore! (Via Crucis, Stazione XIV, n.1)
Avrete osservato che certe
madri, mosse da legittimo orgoglio, si affrettano a mettersi accanto ai loro
figli quando sono festeggiati, quando ricevono un pubblico riconoscimento.
Altre, invece, anche in questi momenti restano in secondo piano, amando in
silenzio. Maria era così, e Gesù lo sapeva.
Adesso, invece, nello
scandalo del sacrificio della Croce, Maria è presente, ad ascoltare con
tristezza coloro che passavano di là e lo insultavano scuotendo il capo e
dicendo: «Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te
stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla Croce!» [Mt 27, 39-40]. La
Madonna ascolta le parole di suo Figlio, e si unisce al suo dolore: Dio mio,
Dio mio, perché mi hai abbandonato? [Mt 27, 46]. Che cosa poteva fare? Fondersi
con l'Amore redentore di suo Figlio, offrire al Padre il dolore immenso — come
una spada tagliente — che trapassava il suo purissimo cuore.
Ancora una volta, Gesù si
sente consolato dalla presenza discreta e amorosa di sua Madre. Maria non
grida, non si agita affannosamente. Stabat: sta in piedi, accanto al Figlio. È
allora che Gesù fissa su di Lei lo sguardo, per poi rivolgerlo a Giovanni, ed
esclamare: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua
madre!» [Gv 19, 26-27]. In Giovanni, Cristo affida a sua Madre tutti gli
uomini, e specialmente i suoi discepoli: coloro che avrebbero creduto in Lui.
Felix culpa [Preconio nella
Veglia pasquale], canta la Chiesa: colpa felice, perché ci ha fatto ottenere un
così grande Redentore. Colpa felice, possiamo anche aggiungere, che ci ha
meritato di ricevere per Madre la Madonna. Ormai non abbiamo più nulla da
temere, niente ci deve preoccupare: perché la Madonna, incoronata Regina del
cielo e della terra, è l'onnipotenza supplicante davanti a Dio. Gesù non può
negare nulla a Maria, e neppure a noi, figli della sua stessa Madre. (Amici
di Dio, nn. 287-288)