Presentato progetto per il Castello
Barresi per due milioni
LA RUPE DEL CASTELLO
IL CASTELLO BARRESI
PIETRAPERZIA. Per il Castello di Pietraperzia è stato
chiesto un finanziamento di oltre due milioni di Euro. Ad annunciarlo è
l'Assessore Chiara Stuppia che, assieme all'Assessore Michele Laplaca, ha
seguito da vicino l'iter per la richiesta di finanziamento: "Abbiamo
monitorato un bando che riguardava la messa in sicurezza di edifici storici e
che riportava la scadenza del 20 febbraio. Sia l'ufficio tecnico che l'ufficio
ragioneria sono stati messi in moto per rispettare la scadenza e,
fortunatamente, lo scorso martedì abbiamo inviato tutta la
documentazione". Il progetto prevede sia la messa in sicurezza di quello
che rimane del Castello, sia la creazione di percorsi nuovi e sicuri
all'interno dello stesso. Aggiunge l'Assessore Michele Laplaca:
"Importante sottolineare che il Comune ha già ottenuto ad inizio anno la
cifra di 70.000 Euro destinata alla progettazione, per cui se dovessimo
ottenere anche il contributo di 2 milioni di Euro potremmo rendere cantierabile
il progetto e partire con i lavori". Al fine di attenzionare la situazione
del Castello di Pietraperzia, su input di Enrico Tummino, l'Assessore Stuppia
ha dato avvio ad una serie di incontri a cui hanno preso parte sia professionisti sia cittadini appassionati di
storia.
Il castello Barresi attualmente è proprietà del comune di
Pietraperzia, che n’è venuto in possesso per usucapione. Gli ultimi ad averne
il possesso furono i principi Lanza di Trabia.
L'opera prende
inizio l'anno 1060, quando al seguito di Ruggero il Normanno, ultimo rampollo
dei conti d'Altavilla arriva a
Pietraperzia Abbo Barresi, il quale era uno dei più nobili commilitoni, al
quale per meriti acquisiti nella lotta contro i Saraceni gli fu affidata la
signoria del territorio di Pietraperzia e d’altri territori della Sicilia.
La famiglia
Barresi con alterne vicende tenne il maniero sino al 1571; in seguito divenne
possesso dei Branciforte e nel 1897 passò ai Lanza di Trabia.
I Lanza nel dopo
guerra presero dal castello tutte le cose più preziose e li portarono a
Palermo; avevano chiesto un intervento dello stato e non avendo avuto risposta
privarono il castello delle cose più caratteristiche.
Ai tempi del
vaiolo (epidemia letale) il castello fu adibito a lazzaretto, mentre dall'inizio
dell'ottocento fu affittato al comune che lo adibì a prigione fino al 1906 anno
in cui fu trasferita nell'ex convento di Santa Maria.
"La
scomparsa ufficiale del castello – afferma lo storico Lino Guarnaccia - si può fare
risalire al 20 aprile del 1927, quando con delibera comunale numero 110, fu approvato il progetto dell'alimentazione
idrica dell'abitato (cioè la vasca dell'acqua).
Il castello si
erge maestoso lungo il perimetro di una roccia calcarea, nella quale i Sicani
ed i Siculi avevano scavato diecine di tomba. La roccia si presenta piena di
buchi ed è per questo motivo che il costello viene chiamato anche di
Pietraperciata e con lo stesso nome fu chiamato il borgo sottostante.
“Con questo
intervento – afferma il sindaco Antonio Bevilacqua – certamente salveremo il
castello e diventerà uno dei più importante di Sicilia. Siamo alla svolta
turistica”.
Giuseppe Carà