29 Marzo 2018
“Il mistero del Giovedì
Santo”
Il Placido Don Pino Carà
GESU' REALMENTE PRESENTE
Dobbiamo far nostre, per
assimilazione, queste parole di Gesù: “Desiderio desideravi hoc Pascha
manducare vobiscum” — ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con
voi. In nessun altro modo potremo esprimere meglio il nostro massimo interesse
e amore per il Santo Sacrificio, se non rispettando accuratamente anche la più
piccola delle cerimonie prescritte dalla sapienza della Chiesa. E, oltre
all'Amore, deve sollecitarci la “necessità” di somigliare a Gesù Cristo, non
solo interiormente, ma anche esternamente, nel muoverci — negli ampi spazi
dell'altare cristiano — con il ritmo e l'armonia della santità obbediente, che
si identifica con la Volontà della Sposa di Cristo, e cioè con la Volontà di
Cristo stesso. (Forgia, 833)
Prima della festa di Pasqua,
Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre,
dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Questo versetto di san
Giovanni annunzia al lettore del suo Vangelo che qualcosa di grande avverrà in
questo giorno. È un esordio teneramente affettuoso, parallelo a quello che san
Luca riporta nel suo racconto: Ho desiderato ardentemente di mangiare questa
Pasqua con voi, prima della mia passione.
Cominciamo fin da ora a
chiedere allo Spirito Santo di prepararci a comprendere ogni gesto e ogni
parola di Gesù: perché vogliamo vivere di vita soprannaturale, perché il
Signore ci ha manifestato la sua volontà di darsi a noi come alimento
dell'anima, e perché riconosciamo che Lui solo ha parole di vita eterna.
La fede ci fa proclamare con
Simon Pietro: Noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Cristo, il
Figlio di Dio. Ed è proprio questa fede, unita alla nostra devozione, che
in momenti così importanti ci spinge a imitare l'audacia di Giovanni:
accostarci a Gesù e adagiare il capo sul petto del Maestro, di colui che amava
ardentemente i suoi e — lo abbiamo appena udito — li avrebbe amati sino alla
fine.
Tutti i modi di dire si
rivelano insufficienti per spiegare, sia pure lontanamente, il mistero del
Giovedì Santo. Ma non è difficile immaginare almeno in parte i sentimenti del
cuore di Gesù Cristo quella sera, l'ultima che trascorreva con i suoi, prima
del sacrificio del Calvario (È Gesù che passa, 83).