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mercoledì 3 febbraio 2016

FESTA DI DSAN BIAGIO E SAGRA DI LI CUDDIREDDI


San Biagio ed i Cuddireddi

SAN BIAGIO PIETRINO


LI CUDDIREDDI

PIETRAPERZIA. Oggi si celebra la festa di San Biagio. Una statua del santo si trova nella Chiesa del Carmine dove è oggetto di venerazione il giorno della festa. La tradizione pietrina, condivisa anche in diversi luoghi dove più sentita è la devozione, usa confezionare in questo giorno dei biscotti tradizionali detti  “cuddireddi”, di solito a forma di budello, da consumare a colazione o come dessert. La consuetudine nasce dal patrocinio, attribuito a San Biagio, della protezione del male di gola. Infatti nella storia leggendaria della sua vita si narra che egli avrebbe liberato un bambino che stava soffocando per avere ingerito una lisca di pesce, restituendolo illeso alla madre che si era rivolta al Santo. Oltre a confezionare questi biscotti, che vengono benedetti nel corso della celebrazione delle messe, si suole anche benedire la gola dei fedeli che accorrono alla celebrazione. Forse a causa della vicina festa della Candelora, che si svolge il 2 febbraio, nella quale si benedicono appunto le candele, il sacerdote benedice la gola dei fedeli incrociando due candele benedette il giorno prima e appoggiandole alla gola dei fedeli che ad uno ad uno si avvicinano al celebrante.
Quest’anno la celebrazione è stata spostata in Chiesa Madre a causa di lavori di adattamento del presbiterio che stanno interessando la chiesa del Carmine. Saranno celebrate due Messe: la prima alle nove del mattino e la seconda alle 18,30.
Biagio di Sebaste, noto come san Biagio (III secolo – Sebaste, 316), è stato un vescovo armeno. Vissuto tra il III e il IV secolo a Sebaste in Armenia (Asia Minore) è venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. Era medico e venne eletto vescovo della sua città. A causa della sua fede venne imprigionato dai Romani, durante il processo rifiutò di rinnegare la fede cristiana; per punizione fu straziato con i pettini di ferro, che si usano per cardare la lana. Morì decapitato.
Giuseppe Carà