“Lu Signuri di Li fasci”
VENERDI' SANTO
PIETRAPERZIA. La
settimana santa a Pietraperzia ha il suo momento più patetico nel Venerdì
Santo, con l'espressione più alta nella processione di "Lu Signuri di li
Fasci", che alle ore
20 prende inizio
dalla chiesa del Carmine.
L'anima di tale
crocifisso è una trave di legno cipresso, terminante a croce, alta metri 8,50
con tutta "la vara", rifatta nel 1990. Per mantenere l'equilibrio
della lunga asta di legno vengono usate numerosissime fasce, circa 200, che
sono strisce di tela di lino bianco della lunghezza di 32 metri e della
larghezza di 40 centimetri, che vengono annodate al cerchio che si trova sotto
i piedi della croce di Cristo, e che venendo
allacciate a metà
della loro misura totale, producono così il raddoppiamento del numero delle
fasce presenti; ogni fascia ha una sua storia: è un voto, un atto di fede e
d’amore al Cristo Crocifisso.
"Lu Signuri
di li fasci" unico in Italia per la sua originale composizione emana una
tale forza d'attrazione, da assurgere, assieme alla Madonna della Cava, a
simbolo del paese stesso.
Commovente il
sincronico passaggio del Crocifisso da una mano all'altra "a
passamanu", dei confrati disposti a catena dentro la chiesa del Carmine; e
ciò al fine di far pervenire il Crocifisso dal posto dove è tenuto nel
pomeriggio per la tradizionale benedizione di "li misureddi", fino
all'esterno dell'ingresso della chiesa. Risulta sempre molto suggestiva
l’alzata di “Lu Signuri di li fasci”.
La processione si
muove lentamente per le vie del paese; le finestre ed i balconi delle
abitazioni che si affacciano su quelle vie sono gremite di gente. Apre la
processione la confraternita "Maria Santissima del Soccorso"
organizzatrice della manifestazione; quindi segue una delle tre bandi musicali,
poi "Lu Signuri di li fasci" ed una
immensa folla;
viene dopo una seconda banda musicale ed il simulacro dell'urna con il Cristo
morto, i fedele ed una terza banda musicale e la statua della Madonna
Addolorata, seguita dalle consorelle dell'Addolorata.
Fa parte
integrante del sacro rito "la ladata": una nenia a forma di lamento,
che esprime con vivezza i sentimenti di partecipazione agli avvenimenti tragici
ricordati nei versi cantati in lingua siciliana.
Gli emigrati sono
molto legati a "Lu Signuri di li fasci"; infatti, molte persone,
soprattutto giovani, rientrano con il preciso scopo di adempiere al voto di
appendere e portare la fascia o di sottoporsi al pesante carico del fercolo.
Nel 1967 una folta
colonia di
pietrini, residenti a Segiano-Limito in provincia di Milano, ha riprodotto
fedelmente nella nuova patria, anche se in formato più piccolo a causa
d’esigenze ambientali, la stessa tradizione del Venerdì Santo pietrino: segno
di un profondo
legame alla terra
d'origine.
Ad organizzare la
processione del Venerdì Santo è la confraternita di "Maria Santissima del
Soccorso", nata verso la metà del quattordicesimo secolo, formata da 87
confrati: il governatore è Giuseppe Maddalena; assistente spirituale don
Giuseppe Rabita.
La Domenica di
Pasqua si ha a mezzogiorno "la
Madonna di l'Ancuntru", cioè la Madonna che incontra il Cristo
risorto; la sera si la processione per le vie del paese del Cristo con la
Madonna.
Giuseppe Carà