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lunedì 8 agosto 2011

SEMINARIO E MOSTRA DEGLI INCUNABOLI

Mostra degli incunaboli


PIETRAPOERZIA. Sabato sera con il taglio del nastro da parte di Eliana Emma, figlia prodigiosa del sindaco Enzo e laureanda in scienze giuridiche internazionali all’università di  Siena, si è aperta la mostra dei 35 incunaboli della biblioteca comunale che fanno parte del “Fondo Antico”.La mostra è stata preceduta da una conferenza tenuta dai professori Pietro Scardilli e Salvatore Venezia, che hanno curato una pubblicazione su “Gli incunaboli delle biblioteche  comunali della provincia di Enna”.

Nella dotta conferenza gli illustri studiosi hanno affermato: “Nella Biblioteca Comunale di Pietraperzia, sono conservate 35 edizioni del Quattrocento (di una di esse, sono presenti due copie). Si tratta di incunaboli stampati quasi tutti a Venezia, solo due provengono da officine tipografiche straniere (Basilea, Norimberga). Il più antico risale al 1475, e sono scritti tutti in latino. Gli argomenti riguardano soprattutto la filosofia e la teologia. Della prima si segnalano: la Physica di Aristotele; gli Opuscula e il De civitate Dei di Agostino e la Metaphysica di Avicenna; della seconda, la Summa theologica di Sant’Antonino e i Libri quattuor sententiarum del Lombardo.

Il sindaco Vincenzo Emma ha illustrato il fondo antico dellaa biblioteca comunale di Pietraperzia ed ha affermata: “La storia del fondo antico della biblioteca è lunga e travagliata. Nata col convento francescano di Santa Maria di Gesù, fu arricchita nel corso dei secoli da volumi rari , manoscritti ed opere acquistate nel napoletano, fino a raggiungere un considerevole numero di volumi. Con la chiusura  del convento fu lasciata in balia di se stessa, fu in parte depredata, e rimase per parecchi anni abbandonata alle intemperie.

Nel 1975 su sollecitazione di alcuni studiosi locali, fu dal comune trasferita in nuovi locali per essere restaurata e catalogata. Il patrimonio raro in libri che ne venne fuori fu sorprendente. Rimanevano  e vennero censiti 3.650 libri, di cui 35 incunaboli, 307 cinquecentine,  e 3.304 libri compresi tra il secolo XVI e XIX fino al 1850. Dello scaffale in noce intarsiato che la conteneva oggi non rimane traccia, probabilmente scomparso durante qualche lavoro di restauro dell’edificio”

Don Pino Carà.