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lunedì 10 febbraio 2014

LA GIORNATA DEL DIALETTO



La memoria del passato: difesa del dialetto pirzisi.  Commedia di spessore

CAST DEGLI ATTORI

CAST DEGLI ATTORI

PIETRAPERZIA. Nel contesto delle iniziative per la difesa del dialetto, il dirigente scolastico Arcangelo Amoroso d’ intesa con La Pro Loco è stata presenta agli alunni dell’istituto comprensivo “Vincenzo Guarnaccia “ la commedia in pirzisi in due atti “Biniditta la stigliola di cummari Rosa” del commediografo pietrino Pino Toscano. Lo spettacolo, della durata di 90 minuti  è stato portato in scena dalla compagnia teatrale “Cca Simmu” costituita all’interno dell’associazione turistica locale Pro Loco, la cui presidente è la dottoressa  Alessia Falzone. La commedia è stata  rappresentata per due sere consecutive nell’auditorium dell’istituto  comprensivo “Vincenzo Guarnaccia”. La recitazione è stata proposta due volte al pubblico e poi a tutti i ragazzi della media. La recitazione è avvenuta nell’auditorium del palazzo “Vincenzo Guarnaccia”. Grande successo di pubblico, brillante recitazione  degli attori tutti al decollo a carattere amatoriale. Il cast degli attori si è dimostrato molto amalgamato e si può affermare che è stato un successo di notevole portata. Esilarante la recitazione di attori tutti impegnati nel mondo del lavoro.
       Si sono esibiti: Luigi Persico, Nadia Ciulla, Filippo Serio, Eliana Emma, Franco Stella, Francesca Messina, Gianluca Miccichè, Patrizia Friscira, Giovanni La Monica ed Alessia Falzone. Regia: Giovanni Vitale Vancheri. Collaborazione tecnica: Michele Candolfo e Luigi La Monica. Tra il pubblico, in  prima fila, anche il sindaco Enzo Emma, nella qualità di padre e di primo cittadino.
 A chiusura della prima serata  della commedia è stato invitato sul palco l’autore Pino Toscano ed è stato accompagnato da lunghissimi ovazioni.
I costumi sono stati messi a disposizione dalla Caritas di Don Pino Rabita. “La Commedia, - afferma Alessia Falzone – è ambientata nella Sicilia degli anni ’60, presenta i problemi di una famiglia generati  dal carattere scanzonato di un padre (don Peppino), sospettoso, avaro, attaccato al denaro e soprattutto alla sua macchina”.
  “Una storia – scrive il commediografo Pino Toscano - ben articolata, intensa, con un finale che conduce inevitabilmente ad una riflessione dai significati seri e profondi che accompagnano la vita di ogni essere umano: la possibilità di scelta, perché l’individuo non è quel che è ma ciò che sceglie di essere! Una commedia scritta, quindi, con sapienza narrativa dove, nella perfetta sicilianità dei vocaboli dialettali, nella pigra sillabazione di quel linguaggio miracolosamente sospeso fra il moderno e l’arcaico, si ritrova un’isola che non c’è, ma che in realtà è un continente, uno spazio che attraversa i secoli”.
Giuseppe Carà