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mercoledì 14 novembre 2012

IL CALL CENTER CHIUSO DAL TRE AGOSTO 2012


Chiude il Call Center

PIETRAPERZIA. Da quattro mesi è chiuso il call center in cui vi lavoravano una settantina di ragazze, che disperatamente non hanno capito il motivo della chiusura. Il tre agosto scadeva il contratto per le ragazze e quindi la postazione fu chiusa; si pensava che avrebbe riaperto dopo le ferie e quindi si aspettava la riapertura dopo il periodo delle feste. Indirettamente a fine agosto le lavoratrice hanno saputo che il call center non avrebbe aperto. La ditta che aveva l’appalto della Telecom non ha rilasciato comunicazioni ufficiali. Quindi tutto fa presupporre una chiusura definitiva. Subito dopo la chiusura abbiamo inteso la gestione e ci promise un comunicato stampa, che non è mai arrivato.
       Abbiamo sentito dettagliatamente il sindaco Enzo Emma, che ha fatto l’impossibile per salvare i posti di lavoro. “La ditta – dichiara il cardiologo Enzo Emma - ha chiuso a nostra insaputa. Abbiamo tentato tutte le via possibili: diplomatiche e personali. Purtroppo l’inesorabile è avvenuto, lasciando nella disperazione le lavoratrici con le quali ho avuto motivo di parlare; ma un velo è calato su questa vicenda. Poi è stata smobilita la struttura e quindi lo stabile è stato lasciato vuoto. Noi, come amministrazione mettemmo a disposizione i locali molto funzionali per la postazione; abbiamo fatto dei lavori per renderli aggraziati, volevamo che questo gioiello di lavoro restasse in vita. I gestori del col center hanno lasciato lo stabile. Abbiamo cercato soluzioni alternative, ma con le ragazze una soluzione conducente sarebbe che si formasse una cooperativa per la gestione. La situazione per il momento è quella di stallo”.
       Abbiamo sentito qualche ragazza che ha dimostrato amarezza di una chiusura che poteva essere evitato perché il gruppo ha lavorato abbastanza bene.
       Dopo un anno di apertura la postazione dovette  affrontare una scabrosa situazione di danneggiamenti, che per certi versi scoraggiò i gestori.
       Del problema si è interessato il comitato provinciale della sicurezza, il consiglio provinciale ed il consiglio comunale. Si parlò di sostegno alla ditta, ma poi la burocrazia ritardò eventuali finanziamenti.
        Intanto 70 ragazze vivono la tragedia della disoccupazione con prospettive buie.
Giuseppe Carà