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venerdì 28 ottobre 2011

L'AFORISMA DELLA DOMENICA DI NICOLETTA NONNA 30' OTTOBRE 2011

LAUDA PARCE, SED VITUPERA PARCIUS “
(Seneca)
LODA CON MODERAZIONE, MA BIASIMA ANCOR PIU' MODERATAMENTE “

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L’Amore verso il prossimo ci fa capire la giusta misura
Don Pino

Lucio Anneo Seneca nacque a Cordova, una delle
più antiche colonie romane fuori del
territorio italico verso il 4 a. C.
A Roma ricevette un'esaustiva istruzione in letteratura,
oratoria e filosofia, avvicinandosi alle dottrine dello
stoicismo e del cinismo.
Divenne un famoso ed apprezzato poeta, drammaturgo
e uomo politico.
La locuzione “ Lauda parce, sed vitupera parcius “ é intesa
ad indicare lo stile di vita
dell'uomo “ sapiens”, ossia saggio.
Costui non si espone in lodi, ossequi, complimenti
esagerati, eccessivamente melensi e stucchevoli
nei confronti delle altre persone, anche se meritevoli.
Analogamente non esprime giudizi spregevoli e
degradanti, ma si limita a disapprovare e criticare
con moderazione.
L'uomo saggio non assume posizioni estreme
né in un senso né nell' altro.
Egli si avvale dell'equilibrio e del controllo per
gestire i rapporti interpersonali.
Tale concezione si accosta molto
alla visione cristiana del giudizio e della lode.
San Paolo scrive ai Corinzi :
Non giudicate di nulla prima del tempo, finché
sia venuto il Signore, il quale metterà in luce
le cose occulte delle tenebre e manifesterà i consigli
de' cuori; e allora ognuno avrà la sua lode da Dio “
(1 Corinzi 4:5 )
E' chiaro, dunque , da questo punto di vista, che noi
non possiamo giudicare un fratello sostenendo che è
migliore di un altro o avrà un premio maggiore
o siederà più vicino a Dio di un altro, in quanto solo
il Padre conosce tutti i pensieri, tutte le opere,
tutte le parole dei Suoi figli.
Anche Giacomo scrive :
Non parlate gli uni contro gli altri, fratelli. Chi parla
contro un fratello, parla contro la legge e
giudica la legge. Ora se tu giudichi la legge, non sei un osservatore della legge, ma un giudice. Uno soltanto
é il legislatore e giudice , Colui che può salvare e perdere;
ma tu chi sei che giudichi il tuo prossimo? “
(Giacomo 4:11-12)
Gesu' stesso dice : “ Perchè guardi la pagliuzza che
è nell'occhio del tuo fratello e non t'accorgi della
trave che é nel tuo ? Come puoi dire al tuo fratello:
Permetti che tolga la pagliuzza che é nel tuo occhio,
e tu non vedi la trave che è nel tuo?
Ipocrita, togli prima la trave al tuo occhio e allora
potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza
dall'occhio del tuo fratello.”
(Luca 6, 41-42)
Gesù chiede un atteggiamento che ci renda capaci
di andare incontro all'altro senza giudicarlo, senza
preconcetti e razionalizzazioni, accogliendolo
da fratello.
Questa apertura totale verso l'altro può nascere
in noi solo nel momento in cui siamo capaci
di rapportarci con Dio con la fiducia totale
di figli.

Nicoletta