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venerdì 28 ottobre 2011

CONTRALLO DEL TERRITORIO CON IMPIEGO DI INGENTI FORZE giovedì 22 settembre 2011


Controllo del territorio con dispiegamento delle forze dell’ordine.
La mafia freme
PIETRAPERZIA. Coordinata dal capitano della compagnia di Piazza Armerina Rosario Scotto Di Carlo e dal luogotenente Pasquale Tumminaro ieri mattina si  è svolta un’azione di prevenzione e di controllo del territorio. Per quattro ore il territorio è stato monitorato e tenuto sotto controllo a tappeto. Imponente il dispiegamento di forze: tre elicotteri, dieci pattuglie con una cinquantina di carabinieri e sei cani cinofoli. Sotto controllo tutte le entrate e le uscite del paese; inoltre nei quartiere si è notata la presenza di macchine dei carabinieri. Come di consueto non sono mancate le perquisizioni.
In paese vi è un nucleo giovanile che spavaldamente lotta per essere al di sopra della legge ed imporre la sua arroganza; inoltre non sono mancati, in passato,  gli scippi che sono stati stroncate dalle forze dell’ordine locale sotto la illuminata  azione del luogotenente Pasquale Tumminaro.
Sulle risultanze dell’operazione tutto viene tenuto sotto riserbo e si aspetta il comunicato stampa del capitano della compagnia di Piazza Armeria.
Il paese vanta una tradizione mafiose che affonda le redici nella storia. La prima mafia emergente fu quella contadina tenuta a bada dalla nobiltà feudale con controlli propri e quindi emerse la figura del “Campiere” che pensava a tutelare quelli che lavorano per il “Barone”. Nel dopoguerra dalla mafia contadina si passò al controllo del territorio con una presenza asfissianti e nei tempi d’oro molti cittadini si affidano alla protezione del mafioso. Negli anni ottanti la mafia si era allargata a relazioni di largo raggio e vi fu una lotta feroce che fece una decina di morti ammazzati; poi il potere passò ad un gruppo emergente con un’incidenza presenza del racket; ma questi rimasero sulla cresta dell’onda per poco tempo perché furono smantellate dalla collaborazione dei pentiti. In atto la presenza della mafia cerca di allignare nel sottobosco di giovinastri sfaccendati che compiono atti di prepotenza e di arroganza e che impiegano la loro vita su una macchina a girare nel paese alla ricerca di qualche “fanciulla” che dia loro confidenza. Certamente anche questa presenza è di disturbo alla vivibilità del paese. Grazie ai carabinieri della stazione locale ed la suo luogotenente Pasquale Tumminaro, il territorio è sotto controllo. In atto il controllo del territorio viene tenuto egregiamente dai carabinieri e dalle polizia municipale che vede due pattuglie per il paese per tutte le 24 ore della giornata.
Giusepe Carà