“HOMINIS TOTA VITA NIHIL ALIUD QUAM AD MORTEM
ITER “
(Seneca)
“TUTTA LA VITA DELL' UOMO NON E' ALTRO CHE UN
VIAGGIO VERSO LA MORTE “
@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@
Fine della vita è eternarci in Dio
Don Pino
Lucio Anneo Seneca, nato a Cordova in
Spagna nel 4 d.C., visse a Roma aderendo alla dottrina filosofica dello
stoicismo, che si fondava su un grande coraggio e fermezza nell'affrontare e
nel sopportare dolori fisici e morali.
Fu autore di opere di grande rilievo
che rimangono, ancora oggi, pilastri del panorama della letteratura latina.
In questa locuzione Seneca manifesta
una visione
pessimistica della vita : tutto é inutile, dal momento
che tutti gli individui procedono, ogni giorno, verso la morte.
Nel "De Tranquillitate Animi
" egli tratta il tema del "tedium vitae", già affrontato da
Lucrezio e Orazio.
Il "tedium vitae "è la noia e
il disgusto per la vita che affligge chi vive un’esistenza che gli appare priva
di significato.
Da buon stoico quale era,
Seneca non condanna il suicidio:quando non si può più applicare la virtù,
quando l’uomo non é più libero, esso é concesso come "extrema ratio":
"Non sempre bisogna cercare di tenere la vita, perchè vivere non é un
bene, ma é un bene vivere bene.
Così il saggio vivrà quanto deve, non quanto può; esaminerà dove gli
converrà vivere, con quali persone, in quali condizioni, con quali occupazioni.
Egli si preoccupa sempre del tipo di vita che conduce , non della sua durata...
Quel che importa non é morire più presto o più tardi, ma importa morire bene o
male, ma morire bene é fuggire il pericolo di vivere male" (Epistole a
Lucilio, 70 ).
Una teoria sul suicidio, evidentemente,
presuppone una teoria sul valore della vita, perchè quello é negazione o almeno
rinuncia di questa. Che cosa é la vita per un uomo saggio? "Vivit is qui multis
usui est, vivit is qui se utitur" (vive colui che é di utilità a molti ,
vive colui che può usare se stesso) : per essere di utilità a qualcuno in modo
consapevole, bisogna poter disporre di sè, della parte migliore di sè, cioè
della propria ragione.
Per noi Cristiani tale filosofia di
vita non è ammissibile e concepibile,
in quanto noi abbiamo sperimentato la più grande
rivoluzione di tutti
i tempi: la venuta di Gesù, incarnatosi
nella Vergine Maria e fattosi
Uomo . Egli ci ha insegnato che la morte
é solo un passaggio, una
transizione dalla vita terrena al Regno
di Dio e alla salvezza eterna.
La vita, pertanto, va vissuta guardando
oltre la morte
poichè ogni creatura anela di
ricongiungersi al Creatore,
al Sommo e Unico Dio.
NICOLETTA