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domenica 16 ottobre 2011

L'AFORISMA DELLA DOMENICA DI NICOLETTA NONNA 16 OTTOBRE 2011


HOMINIS TOTA VITA NIHIL ALIUD QUAM AD MORTEM ITER “

(Seneca)

TUTTA LA VITA DELL' UOMO NON E' ALTRO CHE UN VIAGGIO VERSO LA MORTE “

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Fine della vita è eternarci in Dio

Don Pino

Lucio Anneo Seneca, nato a Cordova in Spagna nel 4 d.C., visse a Roma aderendo alla dottrina filosofica dello stoicismo, che si fondava su un grande coraggio e fermezza nell'affrontare e nel sopportare dolori fisici e morali.

Fu autore di opere di grande rilievo che rimangono, ancora oggi, pilastri del panorama della letteratura latina.

In questa locuzione Seneca manifesta una visione

pessimistica della vita : tutto é inutile, dal momento

che tutti gli individui procedono, ogni giorno, verso la morte. 

Nel "De Tranquillitate Animi " egli tratta il tema del "tedium vitae", già affrontato da Lucrezio e Orazio.

Il "tedium vitae "è la noia e il disgusto per la vita che affligge chi vive un’esistenza che gli appare priva di significato.

 Da buon stoico quale era, Seneca non condanna il suicidio:quando non si può più applicare la virtù, quando l’uomo non é più libero, esso é concesso come "extrema ratio": "Non sempre bisogna cercare di tenere la vita, perchè vivere non é un bene, ma é un bene vivere bene.

Così il saggio vivrà quanto deve, non quanto può; esaminerà dove gli converrà vivere, con quali persone, in quali condizioni, con quali occupazioni. Egli si preoccupa sempre del tipo di vita che conduce , non della sua durata... Quel che importa non é morire più presto o più tardi, ma importa morire bene o male, ma morire bene é fuggire il pericolo di vivere male" (Epistole a Lucilio, 70 ).

Una teoria sul suicidio, evidentemente, presuppone una teoria sul valore della vita, perchè quello é negazione o almeno rinuncia di questa. Che cosa é la vita per un uomo saggio? "Vivit is qui multis usui est, vivit is qui se utitur" (vive colui che é di utilità a molti , vive colui che può usare se stesso) : per essere di utilità a qualcuno in modo consapevole, bisogna poter disporre di sè, della parte migliore di sè, cioè della propria ragione.

Per noi Cristiani tale filosofia di vita non è ammissibile e concepibile,

 in quanto noi abbiamo sperimentato la  più grande rivoluzione di tutti

i tempi: la venuta di Gesù, incarnatosi nella Vergine Maria e fattosi

Uomo . Egli ci ha insegnato che la morte é solo un passaggio, una

transizione dalla vita terrena al Regno di Dio e alla salvezza eterna.

La vita, pertanto, va vissuta guardando oltre la morte

poichè ogni creatura anela di ricongiungersi al Creatore,

al Sommo e Unico Dio.

NICOLETTA