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mercoledì 5 ottobre 2011

LU SIGNURI DI LI FASCI NEL CIRCUITO MONDILE


Trionfo della gigantografia de “Lu Signuri di Fasci” alla mostra internazionale di Milano su “Sicilia il Viaggio”.


PIETRAPERZIA.  “E’ stato un trionfo – afferma il sindaco Vincenzo Emma – della gigantografia de “Lu Signuri di Fasci” alla mostra internazionale di Milano su “Sicilia il Viaggio”. La Mostra si è chiusa ieri sera  con la presenza del collega sindaco Giuliano Pisapia. La mostra ha visto “Lu Signuri di Li Fasci”  come immagine più rappresentativa e più visitata. I visitatori sono stati sette milioni  ed I pietrini residenti a Limito, hanno organizzato parecchie visite in collettivo ed è stato animatore Filippo Marotta presente dell’associazione “I Pietrini nel Mondo”.

       “Noi vogliamo piazzare Lu Signuri di Fasci – continua il primo cittadino in un circuito internazionale. Quest’anno abbiamo finanziato in video satellitare la processione del Venerdì Santo ed ogni anno si ha una presenza di turisti in crescendo. Già abbiamo varato un progetto ambizioso per l’anno prossimo con presenze e spot in giornale ed in Tv.  Se quest’anno abbiamo avuto la presenza di cento camper: per l’anno prossimo vogliamo che si arrivi a trecento. Inoltre faremo che i turisti restino altri giorni offrendo la visita  del castello e delle zone archeologiche. Abbiamo avviato con proficuo successo la macchina del turismo d’arte, che farà da volano ad altre iniziative. Il nostro paese ha una vocazione turistica”.

       Seguiremo le altre tappe della gigantografia de “Lu Signuri di Li Fasci”  che sarà esposto nelle mostre di  New York, Mosca, Emirati Arabi, Londra, Berlino e Parigi.

       La settimana santa a Pietraperzia ha il suo momento più patetico nel Venerdì Santo, con l'espressione più alta nella processione di "Lu Signuri di li Fasci", che alle ore 20 prende inizio dalla chiesa del Carmine.

L'anima di tale crocifisso è una trave di legno cipresso, terminante a croce, alta metri 8,50 con tutta "la vara", rifatta nel 1990. Per mantenere l'equilibrio della lunga asta di legno vengono usate numerosissime fasce, circa 200, che sono strisce di tela di lino bianco della lunghezza di 32 metri e della larghezza di 40 centimetri, che vengono annodate al cerchio che si trova sotto i piedi della croce di Cristo, e che venendo

allacciate a metà della loro misura totale, producono così il raddoppiamento del numero delle fasce presenti; ogni fascia ha una sua storia: è un voto, un atto di fede e d’amore al Cristo Crocifisso.

"Lu Signuri di li fasci" unico in Italia e nel mondo per la sua originale composizione emana una tale forza d'attrazione, da assurgere, assieme alla Madonna della Cava, a simbolo del paese stesso.

Commovente il sincronico passaggio del Crocifisso da una mano all'altra "a passamanu", dei confrati disposti a catena dentro la chiesa del Carmine; e ciò al fine di far pervenire il Crocifisso dal posto dove è tenuto nel pomeriggio per la tradizionale benedizione di "li misureddi", fino all'esterno dell'ingresso della chiesa. Risulta sempre molto suggestiva l’alzata di “Lu Signuri di li fasci”.

La processione si muove lentamente per le vie del paese; le finestre ed i balconi delle abitazioni che si affacciano su quelle vie sono gremite di gente. Apre la processione la confraternita "Maria Santissima del Soccorso" organizzatrice della manifestazione; quindi segue una delle tre bandi musicali, poi "Lu Signuri di li fasci" ed una

immensa folla; viene dopo una seconda banda musicale ed il simulacro dell'urna con il Cristo morto, i fedele ed una terza banda musicale e la statua della Madonna Addolorata, seguita dalle consorelle dell'Addolorata.

Fa parte integrante del sacro rito "la ladata": una nenia a forma di lamento, che esprime con vivezza i sentimenti di partecipazione agli avvenimenti tragici ricordati nei versi cantati in lingua siciliana.  

Gli emigrati sono molto legati a "Lu Signuri di li fasci"; infatti, molte persone, soprattutto giovani, rientrano con il preciso scopo di adempiere al voto di appendere e portare la fascia o di sottoporsi al pesante carico del fercolo. Nel 1967 una folta colonia di pietrini, residenti a Segiano-Limito in provincia di Milano, ha riprodotto fedelmente nella nuova patria, anche se in formato più piccolo a causa d’esigenze ambientali, la stessa tradizione del Venerdì Santo pietrino: segno di un profondo  legame alla terra d'origine.

    Giuseppe Carà