Trionfo della gigantografia de
“Lu Signuri di Fasci” alla mostra internazionale di Milano su “Sicilia il
Viaggio”.
PIETRAPERZIA. “E’ stato un trionfo – afferma il sindaco
Vincenzo Emma – della gigantografia de “Lu Signuri di Fasci” alla mostra internazionale
di Milano su “Sicilia il Viaggio”. La Mostra si è chiusa ieri sera con la presenza del collega sindaco Giuliano
Pisapia. La mostra ha visto “Lu Signuri di Li Fasci” come immagine più rappresentativa e più
visitata. I visitatori sono stati sette milioni
ed I pietrini residenti a Limito, hanno organizzato parecchie visite in
collettivo ed è stato animatore Filippo Marotta presente dell’associazione “I
Pietrini nel Mondo”.
“Noi
vogliamo piazzare Lu Signuri di Fasci – continua il primo cittadino in un
circuito internazionale. Quest’anno abbiamo finanziato in video satellitare la
processione del Venerdì Santo ed ogni anno si ha una presenza di turisti in
crescendo. Già abbiamo varato un progetto ambizioso per l’anno prossimo con
presenze e spot in giornale ed in Tv. Se
quest’anno abbiamo avuto la presenza di cento camper: per l’anno prossimo
vogliamo che si arrivi a trecento. Inoltre faremo che i turisti restino altri
giorni offrendo la visita del castello e
delle zone archeologiche. Abbiamo avviato con proficuo successo la macchina del
turismo d’arte, che farà da volano ad altre iniziative. Il nostro paese ha una
vocazione turistica”.
Seguiremo
le altre tappe della gigantografia de “Lu Signuri di Li Fasci” che sarà esposto nelle mostre di New York, Mosca, Emirati Arabi, Londra,
Berlino e Parigi.
La settimana santa a
Pietraperzia ha il suo momento più patetico nel Venerdì Santo, con l'espressione
più alta nella processione di "Lu Signuri di li Fasci", che alle ore 20
prende inizio dalla chiesa del Carmine.
L'anima di
tale crocifisso è una trave di legno cipresso, terminante a croce, alta metri
8,50 con tutta "la vara", rifatta nel 1990. Per mantenere l'equilibrio
della lunga asta di legno vengono usate numerosissime fasce, circa 200, che sono
strisce di tela di lino bianco della lunghezza di 32 metri e della larghezza di
40 centimetri, che vengono annodate al cerchio che si trova sotto i piedi della
croce di Cristo, e che venendo
allacciate a
metà della loro misura totale, producono così il raddoppiamento del numero
delle fasce presenti; ogni fascia ha una sua storia: è un voto, un atto di fede
e d’amore al Cristo Crocifisso.
"Lu
Signuri di li fasci" unico in Italia e nel mondo per la sua originale
composizione emana una tale forza d'attrazione, da assurgere, assieme alla Madonna
della Cava, a simbolo del paese stesso.
Commovente il
sincronico passaggio del Crocifisso da una mano all'altra "a
passamanu", dei confrati disposti a catena dentro la chiesa del Carmine; e
ciò al fine di far pervenire il Crocifisso dal posto dove è tenuto nel
pomeriggio per la tradizionale benedizione di "li misureddi", fino
all'esterno dell'ingresso della chiesa. Risulta sempre molto suggestiva
l’alzata di “Lu Signuri di li fasci”.
La
processione si muove lentamente per le vie del paese; le finestre ed i balconi
delle abitazioni che si affacciano su quelle vie sono gremite di gente. Apre la
processione la confraternita "Maria Santissima del Soccorso"
organizzatrice della manifestazione; quindi segue una delle tre bandi musicali,
poi "Lu Signuri di li fasci" ed una
immensa
folla; viene dopo una seconda banda musicale ed il simulacro dell'urna con il
Cristo morto, i fedele ed una terza banda musicale e la statua della Madonna
Addolorata, seguita dalle consorelle dell'Addolorata.
Fa parte
integrante del sacro rito "la ladata": una nenia a forma di lamento,
che esprime con vivezza i sentimenti di partecipazione agli avvenimenti tragici
ricordati nei versi cantati in lingua siciliana.
Gli emigrati
sono molto legati a "Lu Signuri di li fasci"; infatti, molte persone,
soprattutto giovani, rientrano con il preciso scopo di adempiere al voto di
appendere e portare la fascia o di sottoporsi al pesante carico del fercolo.
Nel 1967 una folta colonia di pietrini, residenti a Segiano-Limito in provincia
di Milano, ha riprodotto fedelmente nella nuova patria, anche se in formato più
piccolo a causa d’esigenze ambientali, la stessa tradizione del Venerdì Santo
pietrino: segno di un profondo legame
alla terra d'origine.
Giuseppe Carà