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sabato 3 marzo 2012

SCOPERTO UN MEGALITICO A TORNABE'

 Scoperto monumento megalitico (monumento preistorico formato da grossi blocchi di pietra) a Tornabè e presentato a Bologna al IV congresso nazionale di geologia e turismo


PIETRAPERZIA. Scoperto monumento megalitico (monumento preistorico formato da grossi blocchi di pietra) a Tornabè e presentato a Bologna al IV congresso nazionale di geologia e turismo.

       Il  megalitico di Tornabè ho avuto congruo spazio al IV congresso nazionale di “Geologia e Turismo” organizzato dalla regione Emilia-Romagna tenuto a Bologna;  questo monumento megalitico è stato scoperto dal geologo Salvatore Palascino. Il monumento al congresso è stato presentato dal prof. Mario Valletta dell’università della Tuscia di Viterbo, dal prof. Enrico Giannitrapani dell’Università Kore di Enna dal e dal Dr. Salvatore Palascino: i tre hanno redatto il documento che è stato inserito negli atti del congresso.

 La scoperta ha suscitato notevole curiosità nella numerosa platea presente al congresso per la sua originale struttura. Il Megalitico, che è il primo scoperto in Sicilia, è stato visitato da numerosi convegnisti presenti a Bologna.

       Salvatore Palascino da vent’anni esercita la professione di geologo e recentemente è stato nominato direttore generale della riserva naturale di Monte Pellegrino di Palermo.

“Il monumento megalitico, per la sua anomala posizione geologica - dichiara Salvatore Palascino -   sarà oggetto di più accurate indagini e di studi critici in occasione di future campagne di scavo, finalizzate pure a confermare l'interpretazione di questo particolare manufatto: esso è collocato a pochi metri di distanza dal primo gruppo di tombe ipogee (che si sviluppa sottoterra)  scavate nel gesso, in posizione dominante rispetto al sottostante villaggio. In Sicilia mancano ad oggi testimonianze certe di quello che è stato definito come il “fenomeno megalitico”;  ben noto invece in Italia meridionale, in Sardegna e, più in generale, nel Mediterraneo occidentale; però in varie parti del bacino, è ben attestata la presenza di monoliti, lavorati e decorati con raffigurazioni antropomorfe e zoomorfe, che  sono lasciati allo stato naturale e vengono  interpretati come possibili altari o monumenti di culto”.

“L'analisi dei materiali archeologici, lo studio delle diverse tipologie di sepolture e delle strutture abitative presenti nel sito – conclude il geologo Palascino - indicano un arco cronologico della frequentazione tra il III millennio a.C. e l'età greca (VII-V sec. a.C.); già in questa zona è stata anche proposta l'identificazione del centro indigeno di Krastòs, che è  ricordato dallo storico Filisto relativamente ad un intervento armato di Gela contro gli Agrigentini.
Don Pino Carà