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giovedì 9 agosto 2012

CAVALLERIA RUSTICANA 9 AGOSTO 2012 PIAZZA CArmine



Oggi Cavalleria Rusticana in Piazza Carmine.
PIETRAPERZIA. In Piazza Carmine, tipicamente medioevale è stata messa in scena  la “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni, tratta dalla omonima novella di Giovanni Verga. L’opera è ambientata in una piazza siciliana con una chiesa sullo sfondo; quindi trova la sua naturale collocazione nella Piazza del Carmine di Pietraperzia da qui il titolo all’evento musicale “Cavalleria rusticana nei luoghi”. L’opera è stata presentata dalla banda musicale “Vincenzo Ligambi” diretta dal maestro Salvatore Bonaffini. Gli interpreti sono stati gli artisti del “Teatro Massimo Bellini” di Catania, il soprano Piera Bivona Santuzza, il tenore Antonio Alecci  Turriddu, nei panni di Alfio il baritono Paolo La Delfa e nel doppio ruolo di Lola e Mamma Lucia il mezzosoprano Antonella Fioretti. La banda musicale “Maestro Vincenzo Ligambi” ha accompagnato in modo egregio gli artisti ed è stata   diretta dal maestro Salvatore Bonaffini che ha ideato l’iniziativa. La voce narrante di Franco Cigna ha spiegato  la trama e i recitativi dell’opera.
Cavalleria Rusticana è un opera che attrae il pubblico di ogni età sia per l’origine letteraria dall’omonima novella di Giovanni Verga, nonché per la vicenda piuttosto verosimile e particolarmente popolare. Composta da Pietro Mascagni, è andata in scena per la prima volta nel 1890 al Teatro Costanzi di Roma.
Un’opera di assoluto valore artistico, molto semplice nella tematica, nella vicenda e nella melodia. La magia della musica e del canto tocca le corde più profonde dei cuori.
       “Cavalleria Rusticana” fu la prima opera composta da Mascagni ed è certamente la più nota fra le sedici composte dal compositore livornese. Il suo successo fu enorme già dalla prima volta in cui venne rappresentata al Teatro Costanzi di Roma, il 17 maggio 1890, e tale è rimasto fino a oggi. Basti pensare che ai tempi della morte di Mascagni, avvenuta nel 1945, l'opera era già stata rappresentata più di quattordicimila volte solo in Italia.
Nel 1888 l'editore milanese Edoardo Sonzogno annunciò un concorso aperto a tutti i giovani compositori italiani. Mascagni, che all'epoca risiedeva a Cerignola, in provincia di Foggia, dove dirigeva la locale banda musicale, venne a conoscenza di questo concorso solo due mesi prima della chiusura delle iscrizioni e chiese al suo amico Giovanni Targioni-Tozzetti, poeta e professore di letteratura all'Accademia Navale di Livorno, di scrivere un libretto. Targioni-Tozzetti scelse Cavalleria rusticana, una novella popolare di Giovanni Verga come base per l'opera. Egli e il suo collega Guido Menasci lavoravano per corrispondenza con Mascagni, mandandogli i versi su delle cartoline. L'opera fu completata l'ultimo giorno valido per l'iscrizione al concorso. La prima rappresentazione di Cavalleria Rusticana fu, come già accennato, un successo inaudito, con Mascagni che venne richiamato sul palco dagli applausi del pubblico per quattro volte, e vinse il Primo Premio del concorso.
Trama dell’Opera.
L’intera vicenda si svolge nella giornata di Pasqua nella Sicilia di fine XIX secolo. Turiddu, un contadino, che aveva sedotto Santuzza prima di partire soldato, è l’amante di Lola, una appariscente donna che, durante l’assenza di Turiddu, è andata  in sposa al carrettiere  Alfio. Subito dopo il preludio strumentale Turiddu intona una canzone in forma di siciliana: “O Lola ch'hai di latti la cammisa”. L’ultimo a venire a conoscenza degli adulteri è sempre il marito tradito: Alfio entra in scena cantando con entusiasmo i privilegi del proprio mestiere (“O che bel mestiere, fare il carrettiere”). Mentre qui è là si leva  qualche sorrisetto ironico dei giovani del paese, circa la fedeltà di Lola.
Santuzza, sopraffatta dalla gelosia e ferita nell’orgoglio, rivela ad Alfio la relazione tra Turiddu e Lola, mentre il paese intero si appresta alle solenni celebrazioni della Pasqua. Dopo un brindisi provocatorio, Turiddu e Alfio si scontrano e si sfidano a duello rusticano al coltello.
Un accorato saluto a Mamma Lucia con la raccomandazione di fare da madre a Santa, precede  l’epilogo tragico: Alfio uccide Turiddu mentre  una donna urla annunciando: “Hanno ammazzato compare Turiddu!”
 Giuseppe Carà