I forestali
senza trasferta
IL SEGRETARIO GENERALE DELLA UIL ENZO BONGIOVANNI
PIETRAPERZIA. “I forestali di
Pietraperzia – afferma il dinamico
segretario della UIL Enzo Bongiovanni – esprimono una vibrata protesta
per non aver preso la trasferta da Pietraperzia ad Aidone. In modo particolare
sono i 78unisti ed i 151unisti che sono state penalizzati. Il problema si è
posto per le giornate eccedenti la fascia”.
“Secondo
l’accordo con il presidente Lambardo– continua il segretario Bongiovanni – i forestali nel 2011 hanno fatto
le seguenti giornate: i 78unisti nel 2011 ne hanno fatto 101, mentre nel 2012
ne hanno fatto 83 giornate; i 101unisti nel 2011 ne hanno fatto 151, mentre ora 111; i 151unisti
nel 2011 ne hanno fatto 180, mentre quest’anno 157. Le giornate eccedenti le categorie
sono state fatte a Marcato Bianco,
territorio di Pietraperzia dai centunisti;
le altre due categorie le hanno fatto a Rossomanno in territorio di Aidone;
questi ultimi secondo norma avrebbero dovuto ricevere la trasferta da Pietraperzia
ad Aidone che sono 40 km; ma per fare le
giornate hanno firmato una dichiarazione di rinuncia della trasferta. Secondo
lo statuto dei lavoratori la dichiarazione sarebbe nulla e quindi i forestali
dovrebbero aver rimborsato la trasferta. Il problema resta aperto e lo
porteremo alla concertazione”.
“Una
battaglia a lungo corso – conclude il fattivo segretario Enzo Bongiovanni – è
la normalizzazione dei forestali. Secondo un accordo di tutti i sindacati vi sono due proposte: assumere i
78isti a tempo indeterminato e farli uscire della precarietà; Inoltre assumere
i forestali nell’organico della regione a tempo interminato per tutto l’anno ed
utilizzarli nel controllo del territorio. Già una prima esperienza è stata
fatta: i forestali sono stati utilizzati per la pulitura dei siti archeologici
di Tornabè, Krastòs, Rocche e Runzi”.
Considerando
che ai forestali spetta l’indennità di disoccupazione e di malattia si evince
che questi vengono a percepire la stessa somma come se fossero annuali, ma fanno solamente da
tre a quattro mesi.
Giuseppe Carà