INIZIATIVA DI SOLIDARIETA' DALLA CARITAS
DON RABITA AL PRANZO DELL'AMICIZIA
DON MESSIMA IL DECANO
PIETRAPERZIA – Il Natale pietrino è
stato caratterizzato dal pranzo dell’amicizia organizzato dalla Caritas della parrocchia
matrice la cui presidente è Giuseppina Marotta; gli ospiti sono stati da tutto
il paese. Prima della festa sono state attenzionate le persone che avrebbero
trascorso il natale da soli. Hanno messo
a disposizione i locali le suore Ancelle Riparatrici, con un salone ricco
di addobbi natalizi di squisita finezza.
In tutto si è una stati una trentina considerata la presenza delle cinque
volontarie che sono state a servizio degli illustri ospiti. Si è dato un gran
da fare suor Vera superiora della ancelle.
Il
menu è stato preparato in parrocchia dal parroco Giuseppe Rabita mentre le
pietanze sono state preparate dei parrocchiani, quindi il pranzo è arrivato
bello è pronto.
E’
la seconda esperienza di questo genere che viene fatta. La prima fu coordinata
dal dottor Giuseppe Gangitano e dalla sua consorte Rosaria. Gli ospiti hanno trascorso
un paio d’ore in dolce compagnia. Di squisita fattura il dolce finale, ma anche
le varie pietanza hanno dimostrato talento di arte culinaria.
Tra
i sacerdoti ha dato la presenza don Giovanni Messina, decano dei preti, che ad
apertura in modo toccante fa fatto gli auguri natalizi agli onorati ospiti.
A
chiusura di pranzo vi è stato un momento socializzante con canti natalizi
inneggianti alla nascita del Divin Pargolo.
“La Caritas – ha dichiarato la
presidente Giuseppina Marotta – vede le difficoltà della nostra comunità, che
si trova in grave disaggio; le offerte delle “cartelle” sono limitate per le numerose
richieste. Noi sentiamo che dobbiamo fare il massimo possibile e purtroppo vi
sono persone che non hanno niente da mettere in tavola. Ringraziamo il Bambino
Gesù che ci ha aiutato in questa esperienza antropologica di solidarietà. Sollecitiamo
coloro che possano essere più generosi; lo facciona perché il vero cristiano mette in
pratica il precetto divino “Ama il prossimo come te stesso”.
Giuseppe Carà