Il Luogotenente Pasquale Tumminaro
Il Luogotenente Pasquale Tumminaro
Identificazione dei proprietari della refurtiva.
PIETRAPERZIA. Prosegue ogni giorno la presenza di cittadini che hanno subito furti nell’ultimo anno nella stazione dei carabinieri locali per identificazione della refurtiva, che fu rinvenuta giorni addietro in una brillante operazione delle forze dell’ordine locali, comandati dal luogotenente Pasquale Tumminaro con la supervisione del capitano della compagni Michele Cannizzaro. Si tratta infatti di numerosi mobili (letti, comodini, specchiere, anche antichi), suppellettili (quadri, tappeti, soprammobili, candelabri), biancheria (coperte, piumoni, lenzuola) elettrodomestici (aspirapolvere, stufe, cucine a gas) televisori, lettori cd, impianti stereo e molto altro, del valore complessivo non inferiore 40.000 / 50.000 Euro, provenienti da numerosissimi furti in abitazione (si ritiene almeno una trentina).
Purtroppo nella refurtiva non vi sono tracce delle due tele trafugati nella chiesa di Santa Elia, di cui una del ‘400 “l’Annunziata”.
Gli scassi, conseguenti alla miseria in cui è caduto il paese, sono stati perpetrati in della abitazione di emigranti e in della abitazione rurali.
L’azione dei carabinieri è in corso d’opera ed a breve dovrebbe essere dato un comunicato ufficiale, come di consueto da parte del capitano Cannizzaro.
Un problema emergente è quello della custodia delle opere d’arte che sovente dimostrano superficialità e non curanza nella custodia. Molte opere d’arte sono state razziate in passato per questo motivo.
Che ci sia un mercato clandestino di opere d’arte è un fatto che se ne parla da tempo. Purtroppo il danno in questo campo è ingente, perché molte opere già sono state tranquillamente piazzate fuori il paese.
Ancora sono in corso indagini per scoprire l’identità delle altre persone relative alle razzie compiute sul territorio; infatti sono in corso le indagini per risalire a tutti gli altri soggetti che hanno concorso con i primi nel portare a termine le attività delittuose.
Giuseppe Carà