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venerdì 18 febbraio 2011

Parce Sepulto Aforisma di Nicoletta

"PARCE  SEPULTO"

Virgilio



Nicoletta ci propone l’Aforisma del Perdono
Don Pino
La locuzione latina Parce sepulto, tradotta letteralmente, significa perdona il sepolto. E' tratta dal III libro dell' Eneide di Virgilio. Il signficato metaforico é quello di  perdonare chi è morto, ovvero è inutile continuare ad odiare dopo la morte.
Serbare rancore e spirito vendicativo verso chi ha fatto del male, oppure perdonare? Rimanere sempre “impigliati” nel conflitto, oppure riuscire in qualche modo a superarlo, ad “andare oltre”? Rifiutare e ribellarsi a una cosiddetta disgrazia, a una malattia, a un evento drammatico
della propria vita, oppure riuscire ad accettarlo fino a coglierne il significato fecondo?
Sono tutte esperienze che accompagnano la vita dell’uomo.
Nei legami più stretti della vita personale, nell’ambito dei rapporti di lavoro, nel campo sociale e politico, nel cammino individuale di ricerca spirituale, nel rapporto con la natura e col mondo che ci circonda, si trovano quotidianamente occasioni di perdono.
L'esperienza del perdono cristiano suscita e porta con sé una straordinaria forza positiva, cura e guarisce le ferite prodotte dal “male”, dall’offesa ricevuta, scioglie gli indurimenti, sblocca le chiusure, rimette in movimento l’animo delle persone ,altrimenti soffocato e appesantito dai conflitti e dal male subito e molto altro ancora… A tale riguardo possiamo leggere il pensiero di Santa Berdadette, la veggente di Lourdes. Ecco cosa scrive:
"E' il momento di spogliarsi di tutto quanto è peso per volare più sicuri a Dio. Non potete portare con voi nè affetti nè ricchezze che non siano spirituali e buone: E non c'è uomo che muoia senza avere da perdonare qualcosa ad uno o a molti suoi simili e in molte cose, per molti motivi. Quale l'uomo che giunga a morire senza aver patito l'acre di un tradimento, di un disamore, di una menzogna, un'usura, un danno qualsiasi da parenti, consorti o amici? Ebbene: è l'ora di perdonare per essere perdonati. Perdonare completamente, lasciando andare non solo il rancore, non solo il ricordo, ma anche la persuasione che il nostro motivo di sdegno era giusto. E'i l'ora della morte. Il tempo, il mondo, gli affari, gli affetti hanno fine, divengono "nulla". Un solo vero esiste ormai: Dio. A che dunque portare oltre le soglie ciò che è del di qua delle soglie?
Perdonare. E poichè giungere alla perfezione di amore e di perdono, che è il neppur più dire: "Eppure io avevo ragione", è molto, troppo difficile per l'uomo, ecco passare al Padre l'incarico di perdonare per noi. Dargli il nostro perdono, a Lui che non è uomo, che è perfetto, che è buono, che è Padre, perchè Egli lo depuri nel suo Fuoco e lo dia, divenuto perfetto, a chi merita il perdono.
Perdonare, ai vivi e ai morti. Si. Anche ai morti che sono stati cagione di dolore. La loro morte ha levato molto punte al corruccio degli offesi, talora le ha levate tutte. Ma il ricordo dura ancora. Hanno fatto soffrire, e si ricorda che hanno fatto soffrire. Questo ricordo mette sempre un limite al nostro perdono. No. Ora non più.
Ora la morte sta per levare ogni limite allo spirito. Si entra nell'infinito. Levare perciò anche questo ricordo che limita il perdono. Perdonare, perdonare perchè l'anima non abbia peso e tormento di ricordi e possa essere in pace con tutti i fratelli viventi o penanti, prima di incontrarsi col Pacifico.
"Padre, perdona loro". Santa umiltà, dolce amore del perdono dato, che sottintende perdono chiesto a Dio per i debiti verso Dio e verso il prossimo che ha colui che chiede perdono per i fratelli. Atto d'amore. Morire in un atto d'amore è avere l'indulgenza dell'amore.
Beati quelli che sanno perdonare in espiazione di tutte le loro durezze di cuore e delle colpe dell'ira".
Impegnamoci anche noi ad essere fra questi beati che sono
capaci di dimenticare e non serbare rancore, nonostante il male che si é ricevuto. Essere in grado di perdonare ci fa sperimentare l' infinito Amore di Dio e la Sua Misericordia.

Nicoletta Nonna (001)

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        Jesus Christus, heri et hodie, ipse est in saecula!