(Seneca)
SII LENTO ALL' IRA, PRONTO ALLA MISERICORDIA
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L' aforisma di Seneca contrappone due aspetti dell'animo umano profondamente contrastanti, anzi agli antipodi l'uno dell'altro.
La rabbia è un' emozione negativa, inopportuna, irragionevole, associata all'aggressività e al capriccio e spinge a compiere azioni dannose. Induce gli uomini a prendersela con chi credono più debole, non fosse altro che per esercitare un minimo di potere.
E’ fondamentale per la nostra salute psico-fisica, imparare ad esprimere la collera in maniera costruttiva ed appropriata.
La rabbia usata "positivamente"aiuta a sviluppare fiducia in se stessi in quanto non e' necessario che sisviluppi fino ad esplodere per esprimerla. E’ importante riconoscerla al momento in cui emerge, per quello che e': un meccanismo di protezione che ci segnala che c'e' qualcosa che non funziona correttamente, una reazione di insoddisfazione intensa, suscitata generalmente da una frustrazione che ci riguarda e che giudichiamo inaccettabile.
Imparare a manifestare la propria collera significa conoscere i propri reali bisogni e intrattenere relazioni più autentiche con le persone che ci circondano.
Dall'altro lato si contrappone la misericordia, sentimento
generato dalla compassione per la miseria altrui , materiale o spirituale. Deriva dal latino “misericors “ e da “misereor” (ho pietà) e “cor “ (cuore). È una virtù morale tenuta in grande considerazione dall'etica cristiana e si concretizza in opere di pietà, di carità e bontà.
Esprime un modo di impostare la propria vita basata sul rispetto degli altri, il nostro prossimo, soprattutto i bisognosi, i poveri, gli emarginati e gli ultimi.
E' la lezione d' Amore gratuito di Gesù Cristo che ci insegna anche ad amare i nemici e a pregare per loro.
Ma l'uomo, per capire la Vita, avrà sempre bisogno del sacrificio dei martiri o dell' esempio di invitta sofferenza e dedizione dei Santi?
Gli esempi sono tantissimi ma , spesso, gli esseri umani sembrano non accorgesene e seguono un cammino indipendente da tuto, perfino da Dio.
Forse è segno che in termini di misericordia siamo ancora agli albori , nonostante la Risurrezione di Gesù Cristo. Il Vangelo compiuto da Gesù non è ancora stato finito di scrivere dalla nostra testimonianza. di noi tutti cristiani che, nella nostra vita quotidiana , siamo chiamati ad essere suoi apostoli.
Il"porgere l'altra guancia" deve uscire dal testo scritto ed incarnarsi nella realtà di ogni giorno, vera "prova di fuoco" di tutte le religioni e le fedi, affinché la misericordia sia, di fatto, la più importante ed edificante base delle nostre relazioni umane.
L'ANTROPOLOGA
Nicoletta Nonna
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Jesus Christus, heri et hodie, ipse est in saecula!