mercoledì 16 febbraio 2011
Demolizione del Palazzo Di Blasi
in contrada Serre
Il Rudere del Palazzo
UN ANGOLO
DEL PALAZZO DI BLASI
CONTRADA SERRE
Demolizione
del Palazzo Di Blasi
in contrada Serre.
PIETRAPERZIA. Non c’è pace tra gli inquilini di contrada Serre: dopo la battaglia per le antenne, arriva la battaglia per la demolizione del palazzo Di Blasi, appartenuto all’alto clero dei Di Blasi; per detto palazzo è stata chiesta la parziale demolizione. Contro questa iniziativa ha presentato opposizione il dottor Salvatore Palascino, che ne è proprietario di una parte.
Il dottor Palascino ha inviato una memoria al sindaco Enzo Emma, agli assessori Maria Antonietta Pititto, Cristina Rossana Irene Guarneri, Giuseppe Miccichè, Paolo Giuseppe Di Marca, al dirigente dell’ufficio tecnico Salvatore Patti ed al segretario comunale Eugenio Alessi.
Nella petizione il dottor Palascino scrive: “Presso l’ufficio tecnico è in esame il progetto per la realizzazione di un magazzino deposito attrezzi agricoli nella vicina contrada Serre.
Questo progetto prevede tra le altre cose la demolizione di una parte del palazzo storico dei “Di Blasi”, di cui sono uno dei tre comproprietari, che non può avvenire nel silenzio. Il palazzo che fu di Stefano Di Blasi e dei canonici Rosario e Salvatore Di Blasi fu sede temporanea prescelta del comando di alcuni reparti della 45° divisione Thunderbird durante lo sbarco alleato del 1943.
Se l’ufficio tecnico dovesse concedere tutto questo avremo a Pietraperzia un palazzo storico in meno ed un capannone in più in un’area recentemente individuata dalla soprintendenza come area di notevole interesse archeologico inserita nel piano paesaggistico regionale alla firma dell’assessore regionale ai beni culturali prevista in base al cronoprogramma definito dall’assessorato per agosto 2011”.
“E’ prevista nel progetto la demolizione di una sola parte del Palazzo Di Blasi – continua il dottor Palascino - che lascerebbe la visione sdentata della struttura. Tutto questo non può coincidere con la condivisibile politica delle ristrutturazioni e dei recuperi del tessuto urbanistico intrapresa dall’amministrazione comunale.
Mi sono fortemente opposto da sempre alle demolizioni delle antiche aziende agricole ad opera degli agricoltori che per evitare i recenti obblighi di accatastamento hanno preferito demolire intere fattorie le cui origini si perdevano nel tempo.
Ho chiesto ed ottenuto dal Presidente della Repubblica (all.1) un suo intervento per riuscire ad avere delle esenzioni agli obblighi catastali per evitare che continuassero le demolizioni sistematiche dei fabbricati rurali, ottenendo dei chiarimenti utili al nostro territorio ed all’intero territorio nazionale.
Dentro questo contesto di iniziative non poteva uscire fuori la salvaguardia dell’antichissimo Palazzo che fu di Stefano Di Blasi che meriterebbe di essere interamente ristrutturato e non solo per la parte che mi riguarda.
Voglio quindi informare tutta la giunta comunale dell’assurda demolizione che si vuole perpetrare del Palazzo Di Blasi che non può vedere indifferente spettatore nessuno di tutti quelli che hanno a cuore il nostro territorio”.
Don Pino Carà