Anno sturziano. Seminario di
talento
IL MAGNIFICO RETTORE
PASQUALE BELLANTE
MARIO STURZO IL VESCOVO FILOSOFO
PIAZZA ARMERINA. “L’Istituto Superiore di Scienze
Religiose “Mario Sturzo” di Piazza Armerina, che ha valenza regionale - afferma
il magnifico rettore Pasquale Bellante - in occasione del 150° anniversario
della nascita e del 70° dalla morte dell’illustre personaggio, a cui è titolato
l’istituto, ha attivato un seminario di studio
per cercare di approfondire e presentare a livello scientifico la
poliedrica figura del pensatore, del filosofo e del pastore in cura d’anime. Il
nostro vescovo Michele Pennisi ha indetto l’Anno Sturziano e sono previste
tante iniziative. Il seminario si è
svolto con un’incontro settimanale per quattro settimane ed ha raggiunto tutti
gli studenti dei tre anni del nostro istituto. Ogni incontro è stato
affidato ad uno specialista della figura
di Mons. Mario Sturzo, che ha presentato
le diverse angolature, la densa e complessa figura di Sturzo. Le relazioni sono state curate dagli esperti:
Pino Carà, Pasquale Buscemi, Luca Crapanzano e Giuseppe Rabita.
Don Pino
Carà ha presentato l’impianto filosofico
del pensiero sturziano e la proposta filosofica del neo -sintetismo.
Don Pasquale Buscemi ha approfondito
l’aspetto della formazione e dell’educazione che emerge dalle opere sturziane.
Don Luca Crapanzano ha presentato l’aspetto antropologico e la poetica che Sturzo presenta
in modo trasversale in tutte le sue opere.
La “voce”, che chiuso il seminario don Giuseppe Rabita, ha delineato l’ecclesiologia che soggiace alle
Lettere Pastorali.
“Mario Sturzo nacque a Caltagirone il primo novembre del 1861 e morì il 12 novembre del
1941; quindi ricorrerà nel prossimo novembre il centocinquantesimo anniversario
dalla nascita e il settantesimo della morte. Fu nominato vescovo da Leone XIII
il 22 giugno del 1903 e fu consacrato lo stesso anno il 19 luglio e subito prese possesso della diocesi. Si distinse
per la premura particolare al seminario diocesano; la cura dell'Azione
Cattolica; l'impegno per far rifiorire la vita parrocchiale (degni di nota i
Congressi); la predicazione instancabile e affascinante, specie i quaresimali;
la fondazione degli Oblati di Maria, congregazione di sacerdoti uniti al
vescovo con il voto di obbedienza; la profusione di mente e di cuore negli
scritti pastorali (tra questi l'Angelo della famiglia e la rivista di
autoformazione); la attenta e preparata celebrazione di quattro Sinodi. Seppe
collegare il senso del soprannaturale, vissuto con intensità spirituale, con la
ricerca sincera di dialogo culturale e filosofico del suo tempo”.
Giuseppe Carà