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sabato 25 giugno 2011

SEMINARIO SU MARIO STURZO. ANNO STURZIANO

  Anno sturziano. Seminario di talento


IL MAGNIFICO RETTORE
PASQUALE BELLANTE


MARIO STURZO IL VESCOVO FILOSOFO


PIAZZA ARMERINA. “L’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Mario Sturzo” di Piazza Armerina, che ha valenza regionale -   afferma il magnifico rettore Pasquale Bellante - in occasione del 150° anniversario della nascita e del 70° dalla morte dell’illustre personaggio, a cui è titolato l’istituto, ha attivato un seminario di studio  per cercare di approfondire e presentare a livello scientifico la poliedrica figura del pensatore, del filosofo e del pastore in cura d’anime. Il nostro vescovo Michele Pennisi ha indetto l’Anno Sturziano e sono previste tante iniziative. Il  seminario si è svolto con un’incontro settimanale per quattro settimane ed ha raggiunto tutti gli studenti dei tre anni del nostro istituto. Ogni incontro è stato affidato  ad uno specialista della figura di Mons.  Mario Sturzo, che ha presentato le diverse angolature, la densa e complessa figura di Sturzo.  Le relazioni sono state curate dagli esperti: Pino Carà, Pasquale Buscemi, Luca Crapanzano e Giuseppe Rabita.
 Don Pino Carà  ha presentato l’impianto filosofico del pensiero sturziano e la proposta filosofica del neo -sintetismo.
       Don Pasquale Buscemi ha approfondito l’aspetto della formazione e dell’educazione che emerge dalle opere sturziane.
  Don  Luca Crapanzano ha presentato l’aspetto  antropologico e la poetica che Sturzo presenta in modo trasversale in tutte le sue opere.
La “voce”, che chiuso il  seminario don Giuseppe Rabita,  ha delineato l’ecclesiologia che soggiace alle Lettere Pastorali.
“Mario Sturzo nacque a Caltagirone il primo  novembre del 1861 e morì il 12 novembre del 1941; quindi ricorrerà nel prossimo novembre il centocinquantesimo anniversario dalla nascita e il settantesimo della morte. Fu nominato vescovo da Leone XIII il 22 giugno del 1903 e fu consacrato lo stesso anno il 19 luglio  e subito prese possesso della diocesi. Si distinse per la premura particolare al seminario diocesano; la cura dell'Azione Cattolica; l'impegno per far rifiorire la vita parrocchiale (degni di nota i Congressi); la predicazione instancabile e affascinante, specie i quaresimali; la fondazione degli Oblati di Maria, congregazione di sacerdoti uniti al vescovo con il voto di obbedienza; la profusione di mente e di cuore negli scritti pastorali (tra questi l'Angelo della famiglia e la rivista di autoformazione); la attenta e preparata celebrazione di quattro Sinodi. Seppe collegare il senso del soprannaturale, vissuto con intensità spirituale, con la ricerca sincera di dialogo culturale e filosofico del suo tempo”.
       Giuseppe Carà