“ LAUDA
PARCE, SED VITUPERA PARCIUS “
(Seneca)
“LODA
CON MODERAZIONE, MA BIASIMA ANCOR PIU' MODERATAMENTE “
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L’Amore verso il prossimo ci fa capire la
giusta misura
Don Pino
Lucio Anneo Seneca nacque a Cordova, una
delle
più antiche colonie
romane fuori del
territorio italico verso
il 4 a. C.
A Roma ricevette
un'esaustiva istruzione in letteratura,
oratoria e filosofia,
avvicinandosi alle dottrine dello
stoicismo e del cinismo.
Divenne un famoso ed
apprezzato poeta, drammaturgo
e uomo politico.
La locuzione “ Lauda parce, sed vitupera parcius “
é intesa
ad indicare lo stile di
vita
dell'uomo “ sapiens”, ossia saggio.
Costui non si espone in
lodi, ossequi, complimenti
esagerati, eccessivamente
melensi e stucchevoli
nei confronti delle altre
persone, anche se meritevoli.
Analogamente non esprime
giudizi spregevoli e
degradanti, ma si limita
a disapprovare e criticare
con moderazione.
L'uomo saggio non assume
posizioni estreme
né in un senso né nell'
altro.
Egli si avvale
dell'equilibrio e del controllo per
gestire i rapporti
interpersonali.
Tale concezione si
accosta molto
alla visione cristiana
del giudizio e della lode.
San Paolo scrive ai Corinzi :
“Non giudicate di nulla prima del
tempo, finché
sia venuto il Signore, il
quale metterà in luce
le cose occulte delle
tenebre e manifesterà i consigli
de' cuori; e allora
ognuno avrà la sua lode da Dio “
(1
Corinzi 4:5 )
E' chiaro, dunque , da
questo punto di vista, che noi
non possiamo giudicare un
fratello sostenendo che è
migliore di un altro o
avrà un premio maggiore
o siederà più vicino a
Dio di un altro, in quanto solo
il Padre conosce tutti i
pensieri, tutte le opere,
tutte le parole dei Suoi
figli.
Anche Giacomo scrive :
“ Non parlate gli uni contro gli
altri, fratelli. Chi parla
contro un fratello, parla
contro la legge e
giudica la legge. Ora se
tu giudichi la legge, non sei un osservatore della legge, ma un giudice. Uno
soltanto
é il legislatore e
giudice , Colui che può salvare e perdere;
ma tu chi sei che
giudichi il tuo prossimo? “
(Giacomo
4:11-12)
Gesu' stesso dice : “ Perchè
guardi la pagliuzza che
è nell'occhio del tuo
fratello e non t'accorgi della
trave che é nel tuo ?
Come puoi dire al tuo fratello:
Permetti che tolga la
pagliuzza che é nel tuo occhio,
e tu non vedi la trave
che è nel tuo?
Ipocrita, togli prima la
trave al tuo occhio e allora
potrai vederci bene nel
togliere la pagliuzza
dall'occhio del tuo
fratello.”
(Luca
6, 41-42)
Gesù chiede un
atteggiamento che ci renda capaci
di andare incontro all'altro
senza giudicarlo, senza
preconcetti e
razionalizzazioni, accogliendolo
da fratello.
Questa apertura totale
verso l'altro può nascere
in noi solo nel momento
in cui siamo capaci
di rapportarci con Dio
con la fiducia totale
di figli.
Nicoletta