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sabato 3 dicembre 2011

CON IL PREFETTO CLARA MINERVA INAUGURATA STATUA DEL 150° DELL'UNITA' D'ITALIA


Con la benedizione del monumento ad Anita Garibaldi si chiudono i festeggiamenti del 150° dell’Unità d’Italia



GLI ALUNNI DI MARIELLA VINCI

PIETRAPERZIA. Giornata di gaudio e di tripudio per la comunità pietrina: il sindaco Vincenzo Emma, ha coordinato la cerimonia “per la posa” del monumento del 150° dell’Unità d’Italia. La statua della danna dell’eroe dei due mondi, Anita.  è stata collocata nel “Viola dell’Unità d’Italia” (titolata cosi per la circostanza) angolo via Galileo Galilei. La benedizione del monumento è stata fatta dal vescovo della diocesi piazzese Michele Pennisi, mentre il drappo tricolore che copriva la statua è stato tolto dal prefetto di Enna Clara Minerva. Le statue dell’unità di Italia sono state confezionate dalla prefettura in un simposio di artisti internazionali e quella di Anita è stata scolpita dall’artista Remo Belletti di Reggio Emilia. “Le iniziative numerose e qualificate svolte in questo anno - dichiara il primo cittadino Vincenzo Emma – hanno contribuito alla coscienza civica del nostro paese”.  “Le tappe del cammino – dichiara sua eccellenza il prefetto Clara Minerva -  sono aperte perché attraverso una coscienza nazionale si sviluppi e si matura la coscienza di essere cittadini europei”. “L’unità d’ Italia –ha dichiarato il vescovo Michele Pennisi - fu voluta e fatta da una coscienza patriottica che animo grandi uomini del Risorgimento frutto di guerre d’Indipendenza, culminate con la prima guerra mondiale quando furono  conquistate le terre irredente di Trento e Trieste”.

       Per la grande Kermesse gli inni patriottici sono stati preparati dagli alunni del Vincenzo Guarnaccia del preside Arcangelo Amoroso e preparati dall'insegnante Mariella Vinci come coordinatrice e dal suo team formato da Anna Fallica, Rina Corvo, Maria Miccichè, Mariuccia Pennino, Maria Milazzo e Guido Di Blasi. Allo storico avvenimento ha partecipato una marea di persone e tutte le realtà sociali presenti nel territorio.

       Sono stati luce per l’avvenimento il prefetto Clara Minerva, il vescovo Michele Pinnisi, il sindaco di Pietraperzia Vincenzo Emma, quello di Barrafranca Angelo Ferrigno, il colonnello Baldassarre  Daidone, il capitano Scotto di Carlo, il luogotenente Pasquale Tumminaro. Hanno scortato il gonfalone comunale i vigili Liborio Miccichè e Lillo Russo. Per gli amministratori hanno dato la presenza gli assessori Paolo Di Marca, Cristina Guarneri   Giuseppe Miccichè. I consiglieri presenti sono stati Rosa Maria Giusa, presidente del consiglio, Francesca Calì,  Veronica Bellomo, Salvatore Di Calogero, Filippo Bonanno. A rappresentare il mondo cattolico il parroco Giovanni Bongiovanni.

       La statua ad alta  impronta impressionista di Anita Garibaldi è stata scolpita dallo scultore Remo Belletti di fama mondiale, nato a Reggio Emilia il quale ha fatto avere alcune considerazioni sull’opera lette dal sindaco Emma: “Questa é Anita: una donna, tante donne che amando hanno fatto la storia degli uomini. Ho voluto dare alla celebrazione del 150esimo dell’Unità d‘Italia l’immagine “donne”. Come il vento é la storia: fatta di soffi,  attimi di passaggio, di lotte, conquiste e sacrifici di esseri viventi, uomini e donne, che mutano il divenire delle cose.

       “Anita seguendo il suo eroe è passata come una donna  che ha messo in gioco tutto, il corpo e la mente per la difesa di ideali più giusti, per seguire l'Amore e solo per amore. Questo corpo è un eterno divenire, nasce dalla materia e la materia rigenera e sublima. Un passaggio nella pietra dove non c’è direzione temporale ma solo l’esistenza in divenire. Come a ricordarci che mentre celebriamo una conquista eternamente, vuol essere conquistata per esistere davvero! La bellezza femminile è la forza della terra, la madre,  appartenente a quello stato tra il sogno e il risveglio, tipico del linguaggio poetico, ci narra di lotta e di vittoria, di passione e di abbandono: un tempo per combattere e un tempo per raccogliere le proprie forze. Quindi una rappresentazione dinamica, in movimento, in mutazione, poiché la staticità é la morte del futuro”.

Don Pino Carà