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martedì 27 dicembre 2011

OGGI (28 DICEMBRE 2011) PRESENTAZIONE DELLE LIRICHE DELLA POETESSA GIOVANNA MODESTO

Oggi presentazione delle liriche di Giovanna Modesto a cura del Circolo di Cultura




LA POETESSA

 GIOVANNA MODESTO




PIETRAPERZIA.  Oggi presso il chiostro di Santa Maria alle ore 18,30 saranno presentate le liriche di Giovanna Modesto, studentessa ventenne iscritta al terso anno di filosofia, indirizzo etico teoretico presso l’università di Catania dai Benedettini. Giovanna ha pubblicato le liriche in un florilegio intitolato “La Voce del Sentimento”. Sono contenute 23 liriche e 44 aforismi. Le liriche verranno declamate dall’affermato dicitore Vitale Vancheri; mentre la poetica di Giovanna Modesto sarò illustrata dai cattedratici Benedetto Trigona, Santina Russo, Concetta Bevilacqua e Cateno Regalbuto. Chiuderà la serata la stessa poetessa Giovanna Modesto. La struttura organizzativa viene curata dal Circolo di Cultura.

Sulla concezione della poesia Giovanna scrive: “Fin da bambina mi sono sempre cimentata a scrivere in versi;  per me la poesia è sempre stata importante. La lirica per me è  uno sfogo, una necessità di cui non posso fare a meno. Se dovessi dare una definizione di “Poesia”, direi che essa di per sé non serve a niente; ma è solo uno sfogo da parte di chi la scrive e un conforto per chi, lentamente, ne assapora ogni verso”.

Quasi tutte le liriche sono state ispirate al sentimento di affetto che lega Giovanna al suo ragazzo “Angelo”; infatti nella dedica scrive “Al mio fedele compagno Angelo”.

La magistrale e puntigliosa presentazione del testo poetico è stata fatta dalla professoressa Rosetta Corvo già docente di Italiano e Latino nei licei, che scrive: “Mi trovo tra le mani e sotto gli occhi un’opera scritta nel ventunesimo secolo e, per di più, da una giovanissima donna, che certo vive il suo tempo, è figlia della sua cultura, usa per comunicare, suppongo, come gli altri giovani, gli SMS , spesso manchevoli di una struttura grammaticale e con segni grafici convenzionali al posto delle parole, e che tuttavia, per esprimersi in poesia, adopera un linguaggio d’altri tempi, lontanissimo dal mondo contemporaneo. E per questo non ha trovato di meglio, in un viaggio a ritroso, che la lingua addirittura del Medioevo con quelle movenze proprie delle “Stilnovo”che ella abbondantemente riproduce e rimodula nei suoi versi. Si tratta di poesia, che, secondo i canoni tradizionali, sì può definire gnomica: sentenze per lo più brevi, che racchiudono la quintessenza della sapienza della Modesto, liricamente espresse.

Giovanna Modesto, pur essendo così giovane, dimostra di aver compiuto un lungo percorso esperienziale che si traduce in affermazioni gravi, seriamente meditate. Ha abbracciato certo una filosofia “positiva”, che non indulge a nessun ottimismo fideistico e approda piuttosto a conclusioni pessimistiche e scettiche, di uno scetticismo spesso amaro (“non c’è più vera verità dell’inganno”), ma ha consapevolezza di sé e del mondo che la circonda.
Colpisce in questa sezione l’essenzialità e l’incisività del linguaggio che bene esprime il punto d’arrivo di una meditazione della scrivente sull’uomo, sulla natura, sulla vita. Non c’è nel linguaggio artificio o stento elocutivo, come spesso nelle liriche della prima parte, ma “naturale” convenienza della forma al contenuto, di cui non ci si può che compiacere”.
Don Pino Carà