Oggi
presentazione delle liriche di Giovanna Modesto a cura del Circolo di Cultura
LA POETESSA
GIOVANNA MODESTO
PIETRAPERZIA. Oggi presso il chiostro
di Santa Maria alle ore 18,30 saranno presentate le liriche di Giovanna
Modesto, studentessa ventenne iscritta al terso anno di filosofia, indirizzo
etico teoretico presso l’università di Catania dai Benedettini. Giovanna ha
pubblicato le liriche in un florilegio intitolato “La Voce del Sentimento”.
Sono contenute 23 liriche e 44 aforismi. Le liriche verranno declamate
dall’affermato dicitore Vitale Vancheri; mentre la poetica di Giovanna Modesto
sarò illustrata dai cattedratici Benedetto Trigona, Santina Russo, Concetta
Bevilacqua e Cateno Regalbuto. Chiuderà la serata la stessa poetessa Giovanna
Modesto. La struttura organizzativa viene curata dal Circolo di Cultura.
Sulla concezione della
poesia Giovanna scrive: “Fin da bambina mi sono sempre cimentata a scrivere in
versi; per me la poesia è sempre stata
importante. La lirica per me è uno
sfogo, una necessità di cui non posso fare a meno. Se dovessi dare una definizione
di “Poesia”, direi che essa di per sé non serve a niente; ma è solo uno sfogo
da parte di chi la scrive e un conforto per chi, lentamente, ne assapora ogni
verso”.
Quasi tutte le liriche
sono state ispirate al sentimento di affetto che lega Giovanna al suo ragazzo
“Angelo”; infatti nella dedica scrive “Al mio fedele compagno Angelo”.
La magistrale e
puntigliosa presentazione del testo poetico è stata fatta dalla professoressa
Rosetta Corvo già docente di Italiano e Latino nei licei, che scrive: “Mi trovo tra le mani e sotto gli
occhi un’opera scritta nel ventunesimo secolo e, per di più, da una
giovanissima donna, che certo vive il suo tempo, è figlia della sua cultura, usa
per comunicare, suppongo, come gli altri giovani, gli SMS , spesso manchevoli
di una struttura grammaticale e con segni grafici convenzionali al posto delle
parole, e che tuttavia, per esprimersi in poesia, adopera un linguaggio d’altri
tempi, lontanissimo dal mondo contemporaneo. E per questo non ha trovato di
meglio, in un viaggio a ritroso, che la lingua addirittura del Medioevo con
quelle movenze proprie delle “Stilnovo”che ella abbondantemente riproduce e
rimodula nei suoi versi. Si tratta di poesia, che, secondo i canoni
tradizionali, sì può definire gnomica: sentenze per lo più brevi, che
racchiudono la quintessenza della sapienza della Modesto, liricamente espresse.
Giovanna Modesto, pur
essendo così giovane, dimostra di aver compiuto un lungo percorso esperienziale
che si traduce in affermazioni gravi, seriamente meditate. Ha abbracciato certo
una filosofia “positiva”, che non indulge a nessun ottimismo fideistico e approda
piuttosto a conclusioni pessimistiche e scettiche, di uno scetticismo spesso
amaro (“non c’è più vera verità dell’inganno”), ma ha consapevolezza di sé e
del mondo che la circonda.
Colpisce in questa sezione l’essenzialità e l’incisività del linguaggio che bene esprime il punto d’arrivo di una meditazione della scrivente sull’uomo, sulla natura, sulla vita. Non c’è nel linguaggio artificio o stento elocutivo, come spesso nelle liriche della prima parte, ma “naturale” convenienza della forma al contenuto, di cui non ci si può che compiacere”.
Colpisce in questa sezione l’essenzialità e l’incisività del linguaggio che bene esprime il punto d’arrivo di una meditazione della scrivente sull’uomo, sulla natura, sulla vita. Non c’è nel linguaggio artificio o stento elocutivo, come spesso nelle liriche della prima parte, ma “naturale” convenienza della forma al contenuto, di cui non ci si può che compiacere”.
Don Pino Carà