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lunedì 20 maggio 2013

MOSTRA DELL'ARCHEOCLUB DI ANTICHE ICONE SULLA MADONNA DELLA CAVA


MOSTRA DI ANDREA RAPISARDI SULLA NOSTRA PATRONA 



I PROTAGONISTI DELLA MOSTRA:GIANLUCA MICCICHE' ED ANDREA RAPISARDI 
 
PIETRAPERZIA. Al teatro comunale Garibaldi  domenica sera è stata inaugurata una mostra di icone antiche sulla Madonna della Cava.  La mostra è organizzata dall’Archeoclub con la collaborazione del Comitato cittadino dei pellegrinaggi al santuario mariano.
La mostra contiene stampe ed incisioni aventi come soggetto la Madonna della Cava ad iniziare dai primi decenni del 1800 per finire agli 40 del 1900 provenienti da una collezione privata;  in seguito le tecniche di stampa moderne resero obsolete le incisioni e diedero il via alle stampe a colori.
“Sono esposti – dichiara il presidente dell’Archeoclub Andrea Rapisardi - alcuni dipinti,   fra i quali uno eseguito, come recita il retro, da “io fra Giuseppe da Pietraperzia 1721” di particolare espressività .  Vi si possono vedere alcune foto che ritraggono un sabato degli alfieri scattata nel cortile del castello agli inizi del 1900, il santuario della cava a fine 1800 ed un sabato degli emigranti degli anni 70”.
“Sono altresì esposti – dichiara Gianluca Miccichè, critico d’arte -  l’inno alla Madonna della Cava in italiano, il manifesto di Boston per la festa del settantacinquesimo anniversario (1995) , ed alcuni libretti con composizioni sul ritrovamento e sulla devozione alla Madonna”.
“L’immagine devozionale per il devoto, continuava il culto alla Madonna fra le pareti domestiche, - conclude il rettore del santuario Giovanni Bongiovanni, vescovo facente funzioni -  ed ampio spazio veniva infatti dato alle  stampe, venivano esse appese all’uscio di casa, sul talamo matrimoniale, nelle culle e poste  anche nel  “tabutu” (cassa da morte)  affinché  accompagnassero e proteggessero il devoto in vita come in morte. Spesso  dalla devozione si passava alla superstizione facendo diventare le immagini amuleti o credendo che esse avessero poteri  sovrannaturali  infusi dal santo che rappresentavano.  In conclusione la vasta produzione nei secoli sta a dimostrare la forte devozione ed attaccamento del popolo pietrino alla “Sua” Madonna della Cava, nostra patrona”.
Giuseppe Carà