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martedì 28 maggio 2013

TURNEE PER L'ITALIa DI ANGELO MADDALENA


Chiusa la tournée ecologista di Angelo Maddalena: un mese di spettacoli in bicicletta per Marco Camenisch
 
PIETRAPERZIA. La tournée ecologista di Angelo Maddalena si struttura nel seguente modo: da Pietraperzia a Lugano passando per Tarquinia, Firenze, Bologna, Milano,  Torino, Pavia,  Casal Monferrato, Milano, La Spezia, Sestri Levante, Genova e Torino. “Un pellegrinaggio artistico politico-poetico”. Così preferisce chiamarla Angelo Maddalena questa sua “fatica” di viaggio in bicicletta associato al lavoro di attore e produttore, scrittore e regista. E in questo itinerario  ha utilizzato la bicicletta come mezzo di trasporto con appoggio al treno e alla nave per i tragitti da Palermo a Civitavecchia e da Tarquinia a Firenze e poi fino a Milano.

       “Ho fatto questa scelta – afferma Angelo Maddalena -  per Marco Camenisch perché ha speso la vita per l’ecologia arrivando a conseguenze gravi da cui mi dissocio; io sono un pacifista; lui è sempre dentro quelle mura e quelle sbarre, come tanti elementi naturali imprigionati e avvelenati dalla civiltà. Sono passato da Tarquinia dove ho incontrato un amico che lotta contro le centrali a carbone e mi ha raccontato delle lotte contro la centrale nucleare che è stata costruita vicino Tarquinia ma che non ha mai funzionato per via del referendum che nel 1986 ha abolito il nucleare in Italia. Sono passato da Casal Monferrato dove l’Eternit ha mietuto vittime e anche lì mi hanno raccontato delle lotte popolari di vent’anni fa e di quelle recenti”.

        “In tutte le città dove sono stato – continua Angelo - ho ricevuto accoglienza e calore umano e valorizzazione delle mie narrazioni teatrali. La città dove tutto ciò si è fuso in modo completo è stata La Spezia, dove mi ha organizzato due spettacoli più una pedalata lungo i sentieri della centrale a carbone dell’ENEL e dei suoi danni al territorio. Mi hanno video filmato e messo subito su youtube e fatto un intervista e molte foto, quindi documentazione, sensibilizzazione e accoglienza.  L’unico dolore in questa vicenda è quello di sapere Marco ancora in carcere dopo più di vent’anni”.

Giuseppe Carà