Pietraperzia si apre alla
tartuficoltura
GRUPPO DI LAVORO COORDINATO DA ENZO EMMA
PIETRAPERZIA. Pietraperzia si apre alla tartuficoltura. “Apertura
del paese alle nuove forme colturali”, è questo il concetto che emerge chiaro
dal convegno su “Tartufi e tartuficoltura” promosso dall’assessore alle
attività produttive e all’ambiente Francesca Calì e dall’amministrazione comunale,
svolto nel salone del convento di Santa
Maria. Dopo il saluto del sindaco Enzo Emma e dall’assessore Francesca Calì, il
relatore Giuseppe Zuccalà ha fatto un excursus storico sulla scoperta e
l’utilizzo del tartufo in Sicilia e dei brevi cenni sulla micologia. Ha inoltre
evidenziato le caratteristiche chimico-fisiche dei terreni che possono
accogliere questo tipo di coltura, la cura necessaria, la manutenzione, il
tempo necessario per entrare in produzione e i guadagni medi annui. Ha anche
spiegato le diverse qualità di tartufo che si possono raccogliere nel
territorio e quelli che invece si possono trovare spontaneamente nei boschi del
territorio pietrino.
L’assessore Francesca Calì dichiara:
“Abbiamo lanciato uno spunto di riflessione per tutti i nostri giovani
imprenditori che vogliono diversificare le colture; naturalmente restano valide
le colture tradizionali quali cereali, mandorle, olive, pistacchio, ma possono
essere integrate con questa nuova idea che consentirebbe di sfruttare terreni
pietrosi e in pendenza che altrimenti non verrebbero impiegati nelle normali
colture. E’ un’idea nuova e proiettata al futuro che può sviluppare un indotto
non indifferente, infatti, potrebbero nascere gruppi di gestione formati da
agronomi e agricoltori, scuole di addestramento per cani, corsi di cucina,
canali per la vendita, insomma si potrebbero aprire nuovi scenari di lavoro.
Basta solamente avere un appezzamento di terreno con le caratteristiche
necessarie e si può investire in questa nuova coltura”.
Il sindaco Enzo Emma dichiara: “La
nostra amministrazione ha accolto l’idea di lanciare la tartuficoltura perché
siamo disponibili a tutto ciò che possa portare sviluppo e contribuisca al
benessere dei nostri concittadini. E’ nostro chiaro interesse investire nelle
risorse del nostro territorio, perché crediamo nelle sue forti peculiarità da
tutti i punti di vista, infatti, abbiamo ricevuto una delegazione russa che ha
molto apprezzato i nostri prodotti ed è disposta ad investire per
l’esportazione. Auspichiamo che i nostri imprenditori colgano l’occasione di
una nuova opportunità di investimento”.
Di grande spessore culturale e, come
sempre, erudito e ricercato, l’intervento del prof. Centonze che ha ricordato
la Sicilia, in origine, come una distesa di colline e montagne con una fitta
vegetazione e una grande quantità di fiumi navigabili; ma dal terzo secolo
avanti Cristo inizia l’opera di disboscamento che, nel tempo, ha portato ad un
impoverimento del territorio, sempre più significativo fino ai giorni nostri
,in cui la carenza idrica è un problema quotidiano. Creando tartufaie, si
ricostituirebbero dei boschi e i fiumi tornerebbero a scorrere, riavvicineremmo
l’ecosistema a quello originario, guadagnandoci tutti sicuramente in salute. Larga
è stata la partecipazione al convegno con una platea qualificata che ha posto
diverse domande dettate dalla curiosità per il tema alquanto insolito, ma anche
per il piacere di informarsi e intraprendere questa coltura innovativa. Resta
valido l’invito per l’escursione dimostrativa, che ormai ha superato il
centinaio di iscritti provenienti da tutto il territorio siciliano, che si
svolgerà domenica 9 Giugno presso il feudo Bauly di Palazzolo Acreide
(Siracusa) con partenza alle ore 6:00 da Barrafranca”.
Giuseppe Carà