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venerdì 7 giugno 2013

AL CHIOSTRO SEMINARIO SULLA TARTUFICULTURA.SPONSORIZZO DAL''ASSEORE FRANCESCA CALI'


Pietraperzia si apre alla tartuficoltura


GRUPPO DI LAVORO COORDINATO DA ENZO EMMA
 
PIETRAPERZIA. Pietraperzia si apre alla tartuficoltura. “Apertura del paese alle nuove forme colturali”, è questo il concetto che emerge chiaro dal convegno su “Tartufi e tartuficoltura” promosso dall’assessore alle attività produttive e all’ambiente Francesca Calì e dall’amministrazione comunale, svolto  nel salone del convento di Santa Maria. Dopo il saluto del sindaco Enzo Emma e dall’assessore Francesca Calì, il relatore Giuseppe Zuccalà ha fatto un excursus storico sulla scoperta e l’utilizzo del tartufo in Sicilia e dei brevi cenni sulla micologia. Ha inoltre evidenziato le caratteristiche chimico-fisiche dei terreni che possono accogliere questo tipo di coltura, la cura necessaria, la manutenzione, il tempo necessario per entrare in produzione e i guadagni medi annui. Ha anche spiegato le diverse qualità di tartufo che si possono raccogliere nel territorio e quelli che invece si possono trovare spontaneamente nei boschi del territorio pietrino.
L’assessore Francesca Calì dichiara: “Abbiamo lanciato uno spunto di riflessione per tutti i nostri giovani imprenditori che vogliono diversificare le colture; naturalmente restano valide le colture tradizionali quali cereali, mandorle, olive, pistacchio, ma possono essere integrate con questa nuova idea che consentirebbe di sfruttare terreni pietrosi e in pendenza che altrimenti non verrebbero impiegati nelle normali colture. E’ un’idea nuova e proiettata al futuro che può sviluppare un indotto non indifferente, infatti, potrebbero nascere gruppi di gestione formati da agronomi e agricoltori, scuole di addestramento per cani, corsi di cucina, canali per la vendita, insomma si potrebbero aprire nuovi scenari di lavoro. Basta solamente avere un appezzamento di terreno con le caratteristiche necessarie e si può investire in questa nuova coltura”.
Il sindaco Enzo Emma dichiara: “La nostra amministrazione ha accolto l’idea di lanciare la tartuficoltura perché siamo disponibili a tutto ciò che possa portare sviluppo e contribuisca al benessere dei nostri concittadini. E’ nostro chiaro interesse investire nelle risorse del nostro territorio, perché crediamo nelle sue forti peculiarità da tutti i punti di vista, infatti, abbiamo ricevuto una delegazione russa che ha molto apprezzato i nostri prodotti ed è disposta ad investire per l’esportazione. Auspichiamo che i nostri imprenditori colgano l’occasione di una nuova opportunità di investimento”.
Di grande spessore culturale e, come sempre, erudito e ricercato, l’intervento del prof. Centonze che ha ricordato la Sicilia, in origine, come una distesa di colline e montagne con una fitta vegetazione e una grande quantità di fiumi navigabili; ma dal terzo secolo avanti Cristo inizia l’opera di disboscamento che, nel tempo, ha portato ad un impoverimento del territorio, sempre più significativo fino ai giorni nostri ,in cui la carenza idrica è un problema quotidiano. Creando tartufaie, si ricostituirebbero dei boschi e i fiumi tornerebbero a scorrere, riavvicineremmo l’ecosistema a quello originario, guadagnandoci tutti sicuramente in salute. Larga è stata la partecipazione al convegno con una platea qualificata che ha posto diverse domande dettate dalla curiosità per il tema alquanto insolito, ma anche per il piacere di informarsi e intraprendere questa coltura innovativa. Resta valido l’invito per l’escursione dimostrativa, che ormai ha superato il centinaio di iscritti provenienti da tutto il territorio siciliano, che si svolgerà domenica 9 Giugno presso il feudo Bauly di Palazzolo Acreide (Siracusa) con partenza alle ore 6:00 da Barrafranca”.
Giuseppe Carà