La Banda gelese operava a
Pietraperzia
IL MARESCIALLO NICOLA LO MONACO
PIETRAPERZIA. “La banda gelese operava anche a
Pietraperzia” sono le conclusioni a cui è arrivata la stazione dell’arma di
Pietraperzia al comando del maresciallo Nicola Lomoro. I carabinieri locali
hanno lavorato in pieno intesa con i loro colleghi della città del golfo.
Infatti la banda ha operato anche in paese almeno in una circostanza, quella dei giovani
gelesi sgominata nei giorni scorsi dai carabinieri nell’operazione “Golden
Boys”.
Fu
presa di mira dai di mira dai malviventi fu la tabaccheria del giovane D. C. di
piazza Vittorio Emanuele. In quella occasione, si era all’inizio di gennaio
2013, la banda aveva spaccato il vetro del distributore automatico di
sigarette piazzato davanti alla tabaccheria e l’aveva svuotato portando via
tabacchi per un valore di circa seimila euro. Da quel giorno il distributore è
desolatamente vuoto e non è stato più “rifornito” dallo stesso proprietario. Al
danno economico per il furto si deve quindi aggiungere il mancato guadagno per
oltre dieci mesi di inattività della macchinetta automatica per le sigarette e
i tabacchi. Il colpo, messo a segno in piena notte, aveva suscitato in paese
molto scalpore. Infatti la tabaccheria si trova nella centralissima piazza
Vittorio Emanuele. Il furto era stato scoperto dallo stesso proprietario nelle
primissime ore del mattino all’apertura del suo esercizio commerciale. Viva
soddisfazione ha manifestato D. C. alla notizia dell’arresto dei presunti
responsabili del colpo alla sua tabaccheria. “Desidero ringraziare di cuore
i carabinieri per la brillante operazione che ha sgominato una banda di
malviventi. Il prezioso lavoro delle forze dell’ordine permette a tutti
noi di vivere e lavorare nella massima tranquillità” dichiarano gli interessati.
Con il maresciallo Lomoro i controlli dei carabinieri continuano 24 ore su 24
sia in paese che nelle campagne. Queste attività dei militari dell’arma hanno
permesso di individuare diverse casi di persone che avevano compiuto attività
illecite segnalate dalli stessi carabinieri all’autorità giudiziaria di Enna.
Giuseppe Carà