Apre il
macello. Carne fresca.
PIETRAPERZIA. “Apre il macello - annunzia
il Sindaco Vincenzo Emma - dopo 25 anni di chiusura. Addirittura si era
cambiata la destinazione e quindi i locali erano stati affidati al Corpo Forestale,
con una postazione di sorveglianza nella zona. L’ufficio tecnico ha affidato la
gara alla “Soc. Coop. Agricola Agriservice” di Enna contrada San Tomasello s.n.”.
La ditta pagherà un canone di affitto di mille 775 euro e provvederà alla
ristrutturazione dei locali”.
Dalla gara sono state escluse due ditte: una perché ha
consegnato il plico di partecipazione alla gara in ritardo e l’altra per documentazione in
completa.
E’ mentalità che la carne fresca si ha quando la
macellazione viene fatta in loco. La notizia ha creato euforia nei cittadini
pietrini.
Il macello comunale vide la luce nel 1972 sotto la
sindacatura illuminata dell’ex sindaco Rosario Bauccio, proveniente dall’area
socialista craxiana.
Bauccio ottenne un finanziamento di 50 milione dall’assessorato
regionale alla sanità e la costruzione fu realizzata dalla ditta Severino di
Enna. Con un successivo finanziamento di
ventotto milioni si provvide a tutto l’arredo ed il macello decollò.
Nel divenire del tempo si pose il problema di
un depuratore per scaricare le acque della macellazione e si ebbe un
finanziamento dell’amministrazione provinciale di trenta milioni essendo
assessore comunale l’attuale sindaco Vincenzo Emma.
“Certamente l’ apertura del mattatoio – conclude il
sindaco Enzo Emma – è una grande realtà economica che si mette in movimento; in
tutto il circondario non vi sono strutture del genere, se non nelle grandi
metropoli. La struttura sarebbe singolare nel centro Sicilia. Inoltre si creeranno
posti di lavoro e poi il comune
prenderebbe l’affitto”.
Presidente della commissione di gara è stato il capo
dell’ufficio tecnico ing. Salvatore Patti; Gli altri due membri della commissione
sono stati Rocco Bongiovanni e Filippo Russo.
Il macello si trova a 500 metri dal centro abitato nella contrada
“Ciaramidaro” nella provinciale che va verso Emma.
Giuseppe Carà
macello. Carne fresca.
PIETRAPERZIA. “Apre il macello - annunzia
il Sindaco Vincenzo Emma - dopo 25 anni di chiusura. Addirittura si era
cambiata la destinazione e quindi i locali erano stati affidati al Corpo Forestale,
con una postazione di sorveglianza nella zona. L’ufficio tecnico ha affidato la
gara alla “Soc. Coop. Agricola Agriservice” di Enna contrada San Tomasello s.n.”.
La ditta pagherà un canone di affitto di mille 775 euro e provvederà alla
ristrutturazione dei locali”.
Dalla gara sono state escluse due ditte: una perché ha
consegnato il plico di partecipazione alla gara in ritardo e l’altra per documentazione in
completa.
E’ mentalità che la carne fresca si ha quando la
macellazione viene fatta in loco. La notizia ha creato euforia nei cittadini
pietrini.
Il macello comunale vide la luce nel 1972 sotto la
sindacatura illuminata dell’ex sindaco Rosario Bauccio, proveniente dall’area
socialista craxiana.
Bauccio ottenne un finanziamento di 50 milione dall’assessorato
regionale alla sanità e la costruzione fu realizzata dalla ditta Severino di
Enna. Con un successivo finanziamento di
ventotto milioni si provvide a tutto l’arredo ed il macello decollò.
Nel divenire del tempo si pose il problema di
un depuratore per scaricare le acque della macellazione e si ebbe un
finanziamento dell’amministrazione provinciale di trenta milioni essendo
assessore comunale l’attuale sindaco Vincenzo Emma.
“Certamente l’ apertura del mattatoio – conclude il
sindaco Enzo Emma – è una grande realtà economica che si mette in movimento; in
tutto il circondario non vi sono strutture del genere, se non nelle grandi
metropoli. La struttura sarebbe singolare nel centro Sicilia. Inoltre si creeranno
posti di lavoro e poi il comune
prenderebbe l’affitto”.
Presidente della commissione di gara è stato il capo
dell’ufficio tecnico ing. Salvatore Patti; Gli altri due membri della commissione
sono stati Rocco Bongiovanni e Filippo Russo.
Il macello si trova a 500 metri dal centro abitato nella contrada
“Ciaramidaro” nella provinciale che va verso Emma.
Giuseppe Carà