L’ottava di San Giuseppe
I PERSONAGGI DELLA RECITA ED IL SINDACO ENZO EMMA
I CIBI SUCCULENTI
PIETRAPERZIA. E’ costumanza che l’ottava di San Giuseppe viene celebrata nella sede del club dell’Ancescao, che cura 300 seniores della terza età e la cui presidente è la dinamicissima Angela Di Dio. Di grande pregio la tavolata preparata con cibi succulenti, benedetta dal parroco Giovanni Bongiovanni. Per la circostanza è stata ripetuta la recitazione della sagra dei Soldati di Erode i cui personaggi sono stati: Sara Messina nella parte della Madonna; Giuseppe Falzone l’angelo; Matteo Pio Falzone il Bambino Gesù; San Giuseppe Fabio Bonanno; i tre soldati di Erode che cercano Gesù Bambino per ucciderlo sono stati: Filippo D’Alessandro, Filippo Bonfirraro e Roberto Falzone. Presenti i sindaci Enzo Emma ed Angelo Ferrigno da Barrafranca, con una nutrita delegazione di Barrasi: la celebrazione è servita per fare un gemellaggio tra i due comuni attorno alla sagra dei soldati di Erode che è nata a Barrafranca. La tradizione dei soldati d’Erode risale alla seconda meta del 1700, quando l'abate barrese Giuseppe Nicolò Baldassarre Russo pensò di verseggiare l'episodio evangelico de "La fuga in Egitto". L'episodio in forma di dialogo è stato liberamente interpretato nei contenuti dall'abate Russo. La prima rappresentazione a Pietraperzia avvenne il 19 marzo del 1924 e fu interpretata da attori barresi. Questa recitazione fu organizzata dai falegnami soci della società operaia "Regina Margherita".
Epilogo della festa è l’incontro conviviale dei soci Ancescao, che hanno visto Franco Cigna e tutto il direttivo a servizio dei numerosi presenti. Dopo la recitazione della sagra il bambino Gesù ha impartito la benedizione ai presenti e lo sparo di mortaretti è stato il segno che la festa liturgica era terminata e quindi si passava all’assaggio dei buoni cibi.
“L’Ancescao - ha affermato il sindaco Enzo Emma - è una grande realtà: è l’unica associazione che organizza attività ricreative a favore degli anziani. Noi siamo impegnati per poter aprire tutte queste strutture per dare una svolta ai nostri anziani specie a coloro che vivono da soli”.
Don Pino Carà