Salta il consiglio
comunale per mancanza di numero legale. Scherzo del portone chiuso
LA PRESIDENTE ROSA MARIA GIUSA
PIETRAPERZIA. Salta il consiglio
comunale per mancanza di numero legale. Quindi anche alla terza seduta è mancata
una maggioranza. Ad apertura di lavori in aula erano presenti: per la
maggioranza il consigliere Salvatore Di Calogero e Salvatore Calì; per l’opposizione Franco Di Calogero,
Giovanni Pititto, Antonino Di Gregorio e Rosa Maria Giusa. Ad apertura di
seduta il numero legale di sei consigliere era presente; ma poi si è
allontanata Salvatore Calì ed è mancato il
numero legale. Fatta la verifica la presidente Maria Rosa Giusa scioglie
la seduta per mancanza di numero legale.
Per il Pd Antonio Di Gloria in aula
dichiara: “È assurdo e vergognoso che la maggioranza per tre sedute consecutive
non ha avuto il numero legale”. mentre il sindaco Emma afferma: “Alcuni
consiglieri comunali non sono potuti entrare al Comune per i lavori del
consiglio comunale. Qualcuno aveva chiuso il portone di ingresso del palazzo di
città di via San Domenico dopo che ne erano entrati pochi per andare in aula. Non
era mai accaduto, nella storia del comune di Pietraperzia, un intoppo di tale
genere.
L’ordine del giorno portato in
consiglio dalla presidente Rosa Maria Giusa è stata molto corposo: 1) Nomina
scrutatori. 2) Lettura ed approvazione verbale sedute precedenti. 3)
Approvazione regolamento TARES. 4) D. Lgs. 28 settembre 1998 n. 360. Modifica
dell’aliquota di compartecipazione dell’addizionale comunale all’imposta sul
reddito delle persone fisiche e approvazione regola mento. 5) Proposta per
l’autorizzazione di un Istituto Comprensivo nel territorio di Pietraperzia per
mantenere il dimensionamento ottimale utile a garantire l’autonomia nell’ambito
dei progetti di razionalizzazione e dimensionamento della rete scolastica
regionale, anche mediante all’eventuale aggregazione di altre istituzioni
scolastiche viciniori. 6) Revoca Regolamento per l’acquisizione ai patrimonio
comunale, la riqualificazione e il riuso, anche attraverso la cessione a terzi,
di immobili in stato di abbandono del centro antico.
Giuseppe Carà