Trovato il
bancomat trafugato alla San Michele
IL BANCOMAT RITROVATO
PIETRAPERZIA. Una pattuglia del corpo forestale, del distaccamento di Pietraperzia, al comando dell’ispettore
superiore Filippo Emma, ha ritrovato la postazione bancomat, in contrada Musalà
rubata da ignoti malviventi alla banca di credito cooperativo “San Michele” di
Piazza Vittorio Emanuele, 49, nella
notte fra l’11 e il 12 ottobre scorso. Inoltre sono stati trovati i vestiti che
i banditi usurano nell’assalto alla banca. Il bancomat ed i vestiti sono stati ritrovati
nel contesto di un’operazione per il controllo del territorio lunedì mattina alle
ore dieci in contrada Musalà nei pressi dell’omonimo torrente in territorio di
Pietraperzia, una volta borgo per l’estrazione dello zolfo.
Il bancomat
è stato ritrovato sventrato e i pezzi sparsi nella zona. E’ ovvio che le
ventimila euro della cassa forte erano scomparsi e questa completamente
manomessa. “L’apparecchio” era perfettamente visibile ed era abbandonato tra la
lussureggiante vegetazione che costeggia
il letto del fiume.
Avvisati
i carabinieri della stazione cittadina sul posto si è portato il comandante
Nicola Lomoro ed alcuni militi. Ha coordinato tutta l’operazione il capitano
Rosario Scotto Di Carlo. I rottami sono stati portati nella stazione cittadina
di viale Don Bosco. Sul posto si è portata anche la squadra investigazioni per
gli accertamenti del caso, ed hanno immediatamente avviato le indagini per cercare
di scoprire gli autori del colpo.
Nei giorni scorsi i carabinieri di
Pietraperzia trovarono a Montagna di Cane, zona “Fastuchera” nei paraggi di Musalà,
il camion utilizzato dai banditi per sfondare il portone della banca San
Michele come ariete durante il colpo di metà ottobre.
Il
corpo forestale pietrino, ha come competenza per i territori di Pietraperzia e di Barrafranca;
esso conta il comandante e quattro uomini: sono gli ispettori superiori Filippo
Emma, Carmelo Bruno, Gino Siciliano,
Maurizio Rinaldo e Pietro Falduto.
Il
colpo perpetrato alla San Michele che ha una storia secolare suscitò un certo
sbigottimento. Quella famosa notte a perpetrare il colpo sarebbero stati una quindicina
di persone. Nella stessa notte un metronotte fu minacciato e tenuto sotto
sequestro.
La dinamica della rapina dimostra che si è trattato
di professionisti venuti da fuori, con gli agganci alla malavita locale;
infatti alcuni avrebbero messo materialmente a segno il furto; mentre altri isolarono piazza Vittorio Emanuele, a
quell’ora deserta.
Messo a segno il colpo i
malviventi sono scappati a folle velocità scendendo in controsenso dalla stessa
piazza Vittorio Emanuele. Avuta la strada libera si sono dileguati per le
strade vicine.
Dopo qualche minuto sono
arrivati i carabiniere in perlustrazione e per miracolo non c’è stata una santa
Barbara.
Musalà e Montagna di Cane sono in direzione
della vecchia strada per Caltanissetta. Per addentrarsi nelle due zone di
campagna, abbastanza isolate, bisogna conoscere la zona molto bene. Si pensa
che in paese i ladri abbiano avuto qualche basista che avrebbe indicato loro le
strade per la fuga. I ladri sarebbero andati a Musalà e avrebbero sventrato il
bancomat per rubare il contante che era custodito al suo interno e sarebbero
fuggiti con dei mezzi “puliti”.
Giuseppe Carà