Danni alla San
Michele
PIETRAPERZIA. Sulla rapina alla banca
San Michele di Pietraperzia si stanno quantificando i danni; nonostante non sia
stata dato una cifra ufficiale, tuttavia si pensa che i danni ammontano a 80
mila euro. Per la somma del bancomat gira con insistenza la voce dei trenta mila euro, mentre dalle strutture
ufficiale arriva voce che si tratta di 15 mila euro. Sano stati quantificati i
danni arrecati al portone ed all’ufficio del rag. Filippo Messina e si parla di
50 mila euro.
Un
dato è certo il portane è stato rifatto tutto a nuovo. Infatti nella stessa
giornata di sabato il bravo ebanista Michele Vitale ha rimesso a posto il
portone distrutto. Inoltre tutto l’ufficio dietro il portone è stato
danneggiato: la scrivanie distrutta, gli armadi inservibili, anche gli impianti
complementare fuori uso.
Circa
i ladri attori della rapina si parla di otto persone; questi sarebbero arrivati
in zona con una Fiat Panda e con un camion con autogru. In paese si era diffusa
nella giornata di sabato, la notizia che era stato ritrovato il bancomat in
contrada Oasi di Caulonia, a circa quattro chilometri da Pietraperzia, ma si è
trattato dei soliti “si dice” che creano i “romanzi” della storia e della
cronaca.
Sul
posto i carabinieri sono arrivati dopo qualche minuto ma i ladri con movimenti
spericolati si sono dileguati pare che siano uscita dal paese dalla via
Sabotino e dalla via Verde. Anche questa volta è corsa la diceria delle rapine
in banca sia un “esproprio proletario”.
E’ noto che il paese si trova economicamente desolato. Molte persone non
possono campare.
I
più sapienti sono andati a disturbare la “mafia”, perché l’organizzazione è
stata perfetto e quindi non è mancata la collaborazione basista e forse anche
una partecipazione.
Sta diventando un romanzo “ci sarebbe
potuto scappare il morto nel colpo alla banca “San Michele di Pietraperzia” di
piazza Vittorio Emanuele. Infatti una pattuglia di carabinieri, in servizio
quella notte, allertata dalla centrale operativa, si è precipitata verso piazza
Vittorio Emanuele, teatro del furto. E’ stato questione di qualche minuto l’arrivo
dei carabiniere e la fuga dei banditi”.
Giuseppe Carà