Statua dell’Unità
d’Italia di Remo Belletti
Vincenzo Emma, sindaco dell'Unità d'Italia
PIETRAPERZIA. “Con un Kermesse di
spessore – comunica il sindaco Vincenzo Emma - si chiudono i festeggiamenti del
150° dell’Unità d’Italia: Venerdì prossimo alle ore 11 in Viale dell’Unità d’Italia, angolo Via
Galileo Galilei sarà inaugurata la posa di una statua dell’artista Remo
Belletti, di origini emiliana nel contesto del “Simposio Nazionale di scultura
150° Anniversario “Unità d’Italia”. La benedizione del monumento sarà fatta dal
vescovo della diocesi piazzese mons. Michele Pinnisi; mentre sua eccellenza il
prefetto Clara Minerva terrà il
discorso di inaugurazione. Saranno presenti tutte le realtà scolastiche, la
rappresentanza dei sodalizi e le varie realtà ecclesiali”.
“La statua di Belletti – continua il prima
cittadino – è una figura femminile che esprime il concetto di travaglio: ogni
cosa costa fatica e la metafora è che l’Unità d’Italia fu pagata con la vita di
tanti uomini e il sacrificio di altri. La statua è quella figura femminile, che
vincendo forze opposte riesce a prendere il volo, una sorta di Nike di
Samotracia che si protrae verso l’alto; quindi si ha l’immagine concreta della
realizzazione delle aspirazioni. La straordinarietà della sua figura, sta nella
morbidezza in cui si snoda: come se uscisse fuori dalla bandiera in cui si
trova avvolta”.
“La figura della donna –
conclude il dottor Emma - è fortemente voluta dall’artista che -a suo dire- è
il cardine di ogni cosa. Dietro ad una donna c’è sempre un avvenimento fausto o
infausto che sia. Nello sforzo di spiccare il volo c’è invece la realtà di una
società fuori equilibrio; la figura infatti è in una posizione di pericolo
anche se l’istinto l’ammonisce a non agire d’impulso. Nei richiami disperati
della donna non si avverte una minaccia imminente, ma la sensazione di un
pericolo reale quello del potere che soccombe ogni ideale”.
Sulla sua arte Remo
Belletti afferma: “La scultura , l' ho trovata per strada, lungo il cammino,
come la scelta impensata che si presenta quando si stanno valutando le scelte,
e come tale la più incerta e sconosciuta, pericolosa e affascinante. L' ho
scelta, come la nave sulla quale volevo e dovevo imbarcarmi per l'avventura,
questa sì più volte pensata e desiderata, l'avventura nel profondo del mistero
della mia vita.
La mia scultura nasce dalla montagna dove vivo e sono nato, dal mio felice rapporto con la natura; il mio intento è quello di considerare il mio lavoro come lo stesso che la natura e i suoi elementi compiono istante per istante, anch'io come questi”.
La mia scultura nasce dalla montagna dove vivo e sono nato, dal mio felice rapporto con la natura; il mio intento è quello di considerare il mio lavoro come lo stesso che la natura e i suoi elementi compiono istante per istante, anch'io come questi”.
Don Pino Carà