ALBERGO DIFFUSO
PIETRAPERZIA. Il sindaco Vincenzo Emma
ha firmato il protocollo d’intesa per il
decollo dell’iniziativa dell’amministrazione provinciale “Albergo Diffuso”. Il
presidente della provincia Pippo Monaco ha raggiunto un’intesa con “La
Confartigianato” di Enna.
La delibera della giunta
comunale pietrina prevede anche i modi ed i requisiti per cambiare una casa abitativa in recezione alberghiera.
Sulla iniziativa innovativa il primo
cittadino Vincenzo Emma comunica: “Al fine di valorizzare le risorse naturali,
storiche e culturali e di garantire il miglior utilizzo del patrimonio edilizia
esistente ed il recupero degli immobili in disuso, nonché promuovere nuove
forme dì ricettività e nuove forme di reddito per le comunità la Regione Siciliana
disciplina l’esercizio degli alberghi diffusi, quindi è albergo diffuso quello
che fornisce alloggio e altri servizi in camere dislocate anche in più stabili
separati, esistenti, ubicati nei centri storici e/o nei borghi antichi e/o
nuclei rurali sparsi, integrati tra loro dal]a centralizzazione in un unico
stabile dell’ufficio di ricevimento, nello stesso o in un altro stabile delle
sale dì uso comune ed, eventualmente, degli altri servizi offerti, le cui unità
abitative sono distanti non più di 400 metri effettivi dallo stabile nel quale
è ubicato il servizio di ricevimento”.
“L’Albergo diffuso – conclude
l’illustre cardiologo - è caratterizzato da uno stile riconoscibile, uniforme e
rispettoso dell’identità del luogo ed è dotato di arredi tipici della cultura
artigianale del luogo oltre che dì attrezzature e di servizi tra loro omogenei.
L’Albergo diffuso assicura i requisiti minimi di ospitalità alberghiera, come
definiti dalla normativa vigente in materia
di requisiti per la classifica in stelle delle aziende turistico - ricettive
- fatte salve le relative deroghe. L’Albergo diffuso deve essere attivato
esclusivamente nei centri storici dei
comuni della Regione così come classificati alla stregua di zone omogenee
territoriali “A” nei vigenti strumenti urbanistici”.
Don Pino Carà