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martedì 29 novembre 2011

MONUMENTO AL 150° DELL'UNITA' D'ITALIA

Statua dell’Unità d’Italia di Remo Belletti

Il Monumento


 

Vincenzo Emma, sindaco dell'Unità d'Italia

 PIETRAPERZIA. “Con un Kermesse di spessore – comunica il sindaco Vincenzo Emma - si chiudono i festeggiamenti del 150° dell’Unità d’Italia: Venerdì prossimo alle ore 11  in Viale dell’Unità d’Italia, angolo Via Galileo Galilei sarà inaugurata la posa di una statua dell’artista Remo Belletti, di origini emiliana nel contesto del “Simposio Nazionale di scultura 150° Anniversario “Unità d’Italia”. La benedizione del monumento sarà fatta dal vescovo della diocesi piazzese mons. Michele Pinnisi; mentre sua eccellenza il prefetto   Clara Minerva terrà il discorso di inaugurazione. Saranno presenti tutte le realtà scolastiche, la rappresentanza dei sodalizi e le varie realtà ecclesiali”.  

  “La statua di Belletti – continua il prima cittadino – è una figura femminile che esprime il concetto di travaglio: ogni cosa costa fatica e la metafora è che  l’Unità d’Italia fu pagata con la vita di tanti uomini e il sacrificio di altri. La statua è quella figura femminile, che vincendo forze opposte riesce a prendere il volo, una sorta di Nike di Samotracia che si protrae verso l’alto; quindi si ha l’immagine concreta della realizzazione delle aspirazioni. La straordinarietà della sua figura, sta nella morbidezza in cui si snoda: come se uscisse fuori dalla bandiera in cui si trova avvolta”.

“La figura della donna – conclude il dottor Emma - è fortemente voluta dall’artista che -a suo dire- è il cardine di ogni cosa. Dietro ad una donna c’è sempre un avvenimento fausto o infausto che sia. Nello sforzo di spiccare il volo c’è invece la realtà di una società fuori equilibrio; la figura infatti è in una posizione di pericolo anche se l’istinto l’ammonisce a non agire d’impulso. Nei richiami disperati della donna non si avverte una minaccia imminente, ma la sensazione di un pericolo reale quello del potere che soccombe ogni ideale”.

Sulla sua arte Remo Belletti afferma: “La scultura , l' ho trovata per strada, lungo il cammino, come la scelta impensata che si presenta quando si stanno valutando le scelte, e come tale la più incerta e sconosciuta, pericolosa e affascinante. L' ho scelta, come la nave sulla quale volevo e dovevo imbarcarmi per l'avventura, questa sì più volte pensata e desiderata, l'avventura nel profondo del mistero della mia vita.
La mia scultura nasce dalla montagna dove vivo e sono nato, dal mio felice rapporto con la natura; il mio intento è quello di considerare il mio lavoro come lo stesso che la natura e i suoi elementi compiono istante per istante, anch'io come questi”.
Don Pino Carà