Formazione archeologica
ANGOLO DEL SITO
LA CAPANNA PREISTORICA
PIETRAPERZIA.
“Nell’ambito del PO FESR 2007-2013, à comunica il sindaco Vincenzo Emma - la società
Arkeos ha presentato un progetto per la valorizzazione e fruizione dell'area
archeologica di Tornambè. Il progetto prevede attività di ricerca e valorizzazione,
per non vanificare i risultati ottenuti con le precedenti indagini e campagne
di scavo, che hanno consentito di caratterizzare il sito con insediamenti databili
da età preistorica ad età medievale. In tale sito saranno tenuti Seminari e
Stage di formazione archeologico per gli amatori locali. Nel corso degli anni
'90 fu esplorato in via preliminare dai volontari dell'Archeoclub; nel 2007 il
sito è stato quindi oggetto di due interventi realizzati dal Comune di
Pietraperzia nell'ambito del PIT 11-496 “Enna, turismo tra archeologia e
natura” del POR Sicilia 2000-20062, interventi che hanno permesso di l'area al
demanio comunale e di dotarla delle necessarie infrastrutture per la fruizione”.
“ Inoltre, dal 2007 al 2009 - afferma l’ingegnere Francesca Calì - sono
state condotte, a cura del Centro Studi di Archeologia Mediterranea di Enna, in
partnerariato con la Soprintendenza BB.CC.AA. di Enna ed il Comune di
Pietraperzia, tre campagne di scavo archeologico, che hanno consentito di
meglio definire le fasi cronologiche di frequentazione del sito, oltre ad
aumentare la quantità di evidenze e strutture archeologiche fruibili dai
potenziali visitatori. Nello specifico, tali indagini permettono oggi di
collocare la più antica fase di frequentazione del sito nel corso della antica
e media età del rame, a cui segue un'importante fase costruttiva, databile alla
tarda età del rame, con lo sviluppo di un ampio villaggio costituito da capanne
circolari posto sulla sella che unisce le due creste rocciose, che presentano
uno notevole livello di conservazione. A questa fase sono assegnabili anche
alcune delle tombe a forno scavate nelle balze rocciose che delimitano il sito”.
“Nella successiva fase dell'antica età del bronzo –
dichiara l’assessore Paolo Di Marca - il villaggio neolitico viene abbandonato
e l'insediamento si sposta sulla sommità della collina settentrionale, sede
della contemporanea necropoli con oltre 50 tombe a forno, dove l'occupazione
umana continua fino alla metà del II mill. a.C., quando il sito viene
abbandonato una prima volta. L'area viene infatti occupata nuovamente
all'inizio dell'età greca arcaica, quando la sommità delle due creste vedono la
nascita di un piccolo centro urbano, forse la Krastos fonti storiche; tale
centro rimane attivo per circa 3 secoli, fino alla fine del V sec. a.C., quando
l'area di Tornambè viene nuovamente e definitivamente abbandonata.
“L'alto valore
rappresentato dall'insediamento di Tornambè dichiara l’assessore Cristina Guarneri
- non è limitato alle sue valenze
archeologiche del sito, ma sono integrate ed aumentate anche da altri importanti
valori, quali quelli naturalistici e paesaggistici, tutti aspetti che
concorrono a rendere unica e particolare, pure nel ricco panorama
storico-culturale della Sicilia centrale, quest'area. A tale proposito è sufficiente
qui ricordare come Tornambè sia inserito nel S.I.C. Contrada Caprara (ITA
060011), per le sue peculiarità ambientale, al fine di mantenere la diversità
biologica, in quanto esempio naturale di caratteristiche tipiche della regione
bio - geografica mediterranea. Da non dimenticare il vicino sito di Monte
Grande, inserito nella Rete Europea dei Geoparks, e l'antica miniera di zolfo
di Monte Cane, situata immediatamente a nord del sito principale, che,
costituisce un importante sito di archeologia industriale”.
“L'insieme di valenze archeologiche,
etnoantropologiche, naturalistiche e paesaggistiche – dichiara l’architetto Giuseppe Paolino - rende quindi
il sito di Tornambè, così come tutto il bacino circostante, un'area di notevole
interesse e di grande potenzialità per svolgere un ruolo di forte attrattore
turistico e culturale”.
“Il Comune di
Pietraperzia – conclude il cardiologo Vincenzo Emma, sindaco, - intende fornire il proprio contributo,
consapevole delle notevoli potenzialità del sito e della realtà
locale-cittadina capace di attrarre flussi turistici, fornendo supporto
logistico in termini di locali e strutture che verranno messe a disposizione
quando se ne presenterà la necessità”.
Don Pino Carà