“QUOd IN CORDE, QUOD IN ORE “
( Antico proverbio )
“ CIO' CHE HAI IN CUORE, L'HAI SULLA
BOCCA“
La schiettezza è lo specchio di Dio
Ççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççç
Don Pino
I proverbi sono considerati espressioni
popolari
che indicano, in forma più breve, un
concetto, una
massima, o un pensiero.
Si adattano alle più svariate
circostanze della vita
sociale e naturale, costituendo una
vera e propria
forma di saggezza popolare.
Il celebre filosofo Benedetto Croce
definì i proverbi :
“Il monumemento parlato del
buonsenso”.
L'antico proverbio in esame significa
che gli uomini non
possono tenere nascosto nulla nel
recondito dei
loro cuori in quanto , prima o poi ,
tutto affiora,
sia volontariamente sia
involontariamente.
La vera ed autentica personalità non
può rimanere celata,
emerge sempre, negli aspetti positivi e
negli
aspetti negativi.
Ciò é insito nella natura antropologica
degli
esseri umani.
Se essi provano sensazioni molto forti,
non riescono
a celarle, ma avvertono, preponderamte,
il desiderio
di comunicarle, esternarle.
Puo' trattarsi di gioia o felicità,
rabbia o ira, che
il cuore non può contenere ed
imprigionare, ma
tali emozioni devono trovare un canale
di comunicazione.
Come affermava Jean Jacques Rousseau,
“ L'uomo è un animale sociale “!
I nostri bisogni umani bussano
imperiosi e richiedono
soddisfazione, per cui , spesso ,ci
rivolgiamo a Dio con lo scopo
di “indurLo” verso la realizzazione di
richieste che hanno come
un’unica meta quella di portare
benessere umano e sollievo
alle nostre ansie terrene, ma che
vengono camuffate da fini
spirituali per tranquillizzare la
nostra coscienza.
Il Signore Gesù legge nei nostri cuori,
anche perché
si è rivestito con i panni della natura
umana e conosce
tutte le nostre debolezze, ci comprende ,ci guarda
con amore e misericordia, anche se non siamo riusciti
ancora a collocarLo al centro della
nostra vita.
Molte delle nostre iniziative sono carnali, Gesù lo sa,
e la cosa più importante, in questa fase del nostro
cammino cristiano, è di ammetterlo a noi stessi,
lasciando che la luce del Signore ci illumini
e ci riveli, quindi, le esatte motivazioni del nostro cuore,
ma anche che il Suo Amore non verrà mai meno
in mezzo a tutti i nostri fallimenti.
Prima capiremo la natura del nostro agire
e prima potremo decidere di cambiare
a somiglianza di Gesù, favorendo il nostro
progresso spirituale e diventando, così,
uomini fatti, all’altezza della statura
perfetta di Cristo (Efesini 4:13).