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domenica 20 novembre 2011

L'AFORISMA DELLA DOMENICA DI NICOLETTA NONNA 20 NOVEMBRE 2011

QUOd IN CORDE, QUOD IN ORE “

( Antico proverbio )

CIO' CHE HAI IN CUORE, L'HAI SULLA BOCCA“

Ççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççççç
La schiettezza è lo specchio di Dio

Don Pino

I proverbi sono considerati espressioni popolari

che indicano, in forma più breve, un concetto, una

massima, o un pensiero.

Si adattano alle più svariate circostanze della vita

sociale e naturale, costituendo una vera e propria

forma di saggezza popolare.

Il celebre filosofo Benedetto Croce definì i proverbi :

Il monumemento parlato del buonsenso”.

L'antico proverbio in esame significa che gli uomini non

possono tenere nascosto nulla nel recondito dei

loro cuori in quanto , prima o poi , tutto affiora,

sia volontariamente sia involontariamente.

La vera ed autentica personalità non può rimanere celata,

emerge sempre, negli aspetti positivi e negli

aspetti negativi.

Ciò é insito nella natura antropologica degli

esseri umani.

Se essi provano sensazioni molto forti, non riescono

a celarle, ma avvertono, preponderamte, il desiderio

di comunicarle, esternarle.

Puo' trattarsi di gioia o felicità, rabbia o ira, che

il cuore non può contenere ed imprigionare, ma

tali emozioni devono trovare un canale

di comunicazione.

Come affermava Jean Jacques Rousseau,

L'uomo è un animale sociale “!

I nostri bisogni umani bussano imperiosi e richiedono

soddisfazione, per cui , spesso ,ci rivolgiamo a Dio con lo scopo

di “indurLo” verso la realizzazione di richieste che hanno come

un’unica meta quella di portare benessere umano e sollievo

alle nostre ansie terrene, ma che vengono camuffate da fini

spirituali per tranquillizzare la nostra coscienza.

Il Signore Gesù legge nei nostri cuori, anche perché

si è rivestito con i panni della natura umana e conosce

tutte le nostre debolezze, ci comprende ,ci guarda

con amore e misericordia, anche se non siamo riusciti

ancora a collocarLo al centro della nostra vita.

Molte delle nostre iniziative sono carnali, Gesù lo sa,

e la cosa più importante, in questa fase del nostro

cammino cristiano, è di ammetterlo a noi stessi,

lasciando che la luce del Signore ci illumini

e ci riveli, quindi, le esatte motivazioni del nostro cuore,

 ma anche che il Suo Amore non verrà mai meno

in mezzo a tutti i nostri fallimenti.

Prima capiremo la natura del nostro agire

e prima potremo decidere di cambiare

a somiglianza di Gesù, favorendo il nostro

progresso spirituale e diventando, così,

uomini fatti, all’altezza della statura

perfetta di Cristo (Efesini 4:13).

 Nicoletta