Salta consiglio comunale
sull’ordine pubblico
PIETRAPERZIA. Salta la trattazione del
problema dell’ordine pubblico in consiglio comunale, che era al primo puto
all’ordine del giorno. Avrebbero dovuto essere presenti la deputazione nazionale
e regionale, i vertici delle forze dell’ordine
e la ditta che ha ricevuto la smacco di aver avuto distrutto la postazione
del Call Center che era allocata nei locali comunali del centro commerciale.
Purtroppo
è avvenuto l’irreparabile: i 70 operai sono stati licenziati e la ditta che
lavorava per Telecom Italia ha sancito la chiusura.
La
signora Rosaria Pulvirenti amministratore delegato della società ha lasciato aperto
uno spiraglio in uno di tanti incontri che sono stati consumenti sul caso ed ha
lanciato un accorato messaggio: “Mettetemi in condizione di aprire! Io amo questi
giovani come miei figli e quindi la
tragedia che stanno vivendo anche loro è la nostra grande sofferenza. Come
ditta certamente non ci inchineremo a ricatti anche a chiudere le nostre iniziative
di lavoro”.
I
problemi che si pongono sono: la sicurezza dei locali con moderni mezzi di
controllo e sostenere la ditta a
riprendere le attività. Enorme il danno: sono stati distrutti i monitor e la
centralina di controllo. Per entrare in pareggio la ditta che ha investito ha
notificato che ci vogliono tre anni di attività.
Per
il vile atto criminale il paese è in stato di agitazione e preoccupazione e da
tutti si impetra più sicurezza nella vivibilità del proprio vissuto quotidiano.
Un
lavoro di avanguardia per ribaltare il problema è stato lanciato dai giovani di
Polites, che si sono attivati a tutto campo. Dopo un incontro con la presenza
di esponenti della Chiesa, della politica, dei sindacati e delle organizzazioni
delle classi sociali, hanno deciso di costituire un comitato di studio permanente
su questo problema.
“Nel
territorio – afferma don Pino Rabita vicario foraneo - opera una presenza malavitosa,
riconducibile alle caratteristiche dell’antica mafia. L’omertà di gran parte
dei cittadini e lo sfilacciamento delle forze sane del paese, spesso
caratterizzate da sciocchi campanilismi ed individualismi - che rendono
impossibile persino il dialogo - hanno ridotto il paese ad un degrado tale, che
non è eufemismo parlare di miseria culturale e sociale. Lancio un appello
affinché non si vanifichi la speranza e che le forze sane si attivino per far
nascere una cultura della legalità ed una città migliore dove la persona umana
sia al centro di ogni azione”.
Don Pino Carà