Giornata provinciale del Ricodo delle foibe
RENATO VASILE ED IL PREFETTO
CLARA MINERVA
I DISCENDETI DI GERLANDO VASILE
LE AUTORITA'
VASILE - MINERVA - EMMA
COME DI CONSUETO
PIETRAPERZIA. “Abbiamo scelto di
concerto con il sindaco Vincenzo Emma –
afferma sua eccellenza il prefetto Clara Minerva - di celebrare “La giornata
del ricordo” a Pietraperzia perché il presidente della repubblica Giorgio
Napoletano il 15 novembre ha conferito la medaglia commemorativa al dottor Renato
Vasile nipote di Gerlando Vasile in
riconoscimento del suo sacrificio per la patria secondo la legge del parlamentò
italiano che istituiva tale giornata in memoria delle vittime delle foibe”. A
Pietraperzia vivono attualmente la nuora
Maria Calogera Bonaffini Vasile e i nipoti Antonella e Renato Vasile. A fare
gli onori di casa il sindaco Enzo Emma. Tra le autorità, il questore Salvo
Patanè, i comandanti provinciali di
Carabinieri, Guardia di Finanza e Forestale Colonnelli Baldassarre Daidone,
Giuseppe Pisano e commissario Giuseppe Di Luca. Presenti pure il comandante la compagnia carabinieri di Piazza Armerina
capitano Rosario Scotto Di Carlo, il luogotenente Pasquale Tumminaro che
comanda la stazione carabinieri di Pietraperzia, il comandante Polizia
Municipale Maggiore Giovanna Di Gregorio. Presenti pure gli assessori Paolo Di
Marca e Pino Miccichè, il dirigente scolastico del comprensivo Vincenzo
Guarnaccia Antonio Amoroso.
Sull’eroismo delle eroe vittima
delle foibe il nipote Renato nel suo intervento ha affermato: “ Mio nonno,
Vasile Gerlando, nativo di Siculiana,
trasferitosi per motivi di lavoro, nella metà
degli anni 30, nell’allora italiana Fiume, fu un padre ed un marito modello. Lontano
dalla sua Sicilia, in una terra molto più emancipata e diversa da quella dove
aveva sempre vissuto, restrinse i suoi umili interessi alla famiglia ed al
lavoro. Svolgeva servizio civile presso la locale questura . Non ricoprì
cariche pubbliche, non fece mai parte di alcuna fazione politica, non prese mai
parte ad alcuna azione di guerra, ma con tutto ciò ebbe la sola colpa, come
tanti altri poveri innocenti, di trovarsi,
nel giorno in cui fecero ingresso in Fiume le “milizie del Generale Tito”, nel
suo posto di lavoro. Fu arrestato senza
alcuna precisa accusa ed incarcerato, per un breve periodo, presso la locale
prigione di Fiume. In quei pochi giorni non gli fu permesso di incontrare i
propri cari. Quindi, senza alcuna comunicazione alla famiglia, fu deportato in
luogo sconosciuto. Di lui i familiari
non ebbero più notizie. Si seppe in seguito, dalle testimonianze di alcuni
esuli, che assieme ad altri fu infoibato
presso un luogo non meglio indicato”
Dopo
la prolusione del prefetto Clara Minerva e del sindaco Vincenzo Emma il
discorso celebrativo è stato tenuto dalla dottoressa Giuseppina Sorce,
referente Autonomia dell’Usp (Ufficio Scolastico Provinciale) di Enna. A
chiusura della manifestazione gli alunni Clelia Lombardo e Gaia Virruso della
IV B dell’insegnate Mariuccia Pennino
hanno letto delle frasi sulle foibe e
su tale tragedia.
Giuseppe Carà