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venerdì 10 febbraio 2012

CON IL PREFETTO LA GIORNATA DEL RICORDO 10 FEBBRAIO 2012

Giornata provinciale del Ricodo delle foibe


RENATO VASILE ED IL PREFETTO
 CLARA MINERVA



I DISCENDETI DI GERLANDO VASILE


LE AUTORITA'


VASILE - MINERVA - EMMA


COME DI CONSUETO

PIETRAPERZIA. “Abbiamo scelto di concerto con il sindaco Vincenzo Emma  – afferma sua eccellenza il prefetto Clara Minerva - di celebrare “La giornata del ricordo” a Pietraperzia perché il presidente della repubblica Giorgio Napoletano il 15 novembre ha conferito la medaglia commemorativa al dottor Renato Vasile   nipote di Gerlando Vasile in riconoscimento del suo sacrificio per la patria secondo la legge del parlamentò italiano che istituiva tale giornata in memoria delle vittime delle foibe”. A Pietraperzia vivono  attualmente la nuora Maria Calogera Bonaffini Vasile e i nipoti Antonella e Renato Vasile. A fare gli onori di casa il sindaco Enzo Emma. Tra le autorità, il questore Salvo Patanè,  i comandanti provinciali di Carabinieri, Guardia di Finanza e Forestale Colonnelli Baldassarre Daidone, Giuseppe Pisano e commissario Giuseppe Di Luca. Presenti pure il comandante   la compagnia carabinieri di Piazza Armerina capitano Rosario Scotto Di Carlo, il luogotenente Pasquale Tumminaro che comanda la stazione carabinieri di Pietraperzia, il comandante Polizia Municipale Maggiore Giovanna Di Gregorio. Presenti pure gli assessori Paolo Di Marca e Pino Miccichè, il dirigente scolastico del comprensivo Vincenzo Guarnaccia Antonio Amoroso.

              Sull’eroismo delle eroe vittima delle foibe il nipote Renato nel suo intervento ha affermato: “ Mio nonno, Vasile Gerlando,  nativo di Siculiana, trasferitosi per motivi di lavoro, nella metà  degli anni 30, nell’allora italiana Fiume,   fu un padre ed un marito modello. Lontano dalla sua Sicilia, in una terra molto più emancipata e diversa da quella dove aveva sempre vissuto, restrinse i suoi umili interessi alla famiglia ed al lavoro. Svolgeva servizio civile presso la locale questura . Non ricoprì cariche pubbliche, non fece mai parte di alcuna fazione politica, non prese mai parte ad alcuna azione di guerra, ma con tutto ciò ebbe la sola colpa, come tanti altri poveri innocenti,  di trovarsi, nel giorno in cui fecero ingresso in Fiume le “milizie del Generale Tito”, nel suo posto di lavoro.  Fu arrestato senza alcuna precisa accusa ed incarcerato, per un breve periodo, presso la locale prigione di Fiume. In quei pochi giorni non gli fu permesso di incontrare i propri cari. Quindi, senza alcuna comunicazione alla famiglia, fu deportato in luogo sconosciuto.  Di lui i familiari non ebbero più notizie. Si seppe in seguito, dalle testimonianze di alcuni esuli,  che assieme ad altri fu infoibato presso un luogo non meglio indicato”

       Dopo la prolusione del prefetto Clara Minerva e del sindaco Vincenzo Emma il discorso celebrativo è stato tenuto dalla dottoressa Giuseppina Sorce, referente Autonomia dell’Usp (Ufficio Scolastico Provinciale) di Enna. A chiusura della manifestazione gli alunni Clelia Lombardo e Gaia Virruso della IV B dell’insegnate Mariuccia Pennino
hanno letto delle frasi sulle foibe e su tale tragedia.

 Giuseppe Carà