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mercoledì 29 febbraio 2012

Sospesi i lavori in Chiesa Madre

Ancora appelli per i lavori della chiesa madre

PIETRAPERZIA. E’ stato lanciato un appello per i lavori della chiesa madre, che sono interrotti da quattro anni. L’appello è venuto dal parroco Giuseppe Rabita in occasione  della presentazione  del catalogo delle tele religiose di Pietraperzia, a cui hanno partecipato il vescovo Michele Pennisi ed il prefetto di Enna  Clara Minerva. I lavori di restauro sono stati sospesi inopportunamente. L’assessore regionale a beni culturali aveva finanziato la somma di 663 mila euro, ricavandola  delle entrate che vengono allo stato dal gioco del lotto. Si aggiudicò la gara la ditta Seminara di Gange. RUP (responsabile unico del procedimento) era stato nominato l’ingegner Liborio Calascibetta, mentre direttore dei lavori fu nominato l’architetto Roberto Vigori, entrambi dipendenti della soprintendenza. Il progetto fu redatto dall’architetto Rosa Laura Rinella e l’ingegner Giuseppe Lo Porto; tecnico di fiducia era il geometra Giuseppe Panevino.

I lavori più importanti prevedevano il ripristino speciale della cupola, che presentava segni di grave pericolo; inoltre fu previsto il drenaggio delle acque esterne di contrada Castello, che hanno recato notevoli danni alla struttura della chiesa; si dovevano fare anche lavori di consolidamento ed intervenire in quelle zone della chiesa che presentano instabilità.

Si sono interessati al ripristino dei lavori il sindaco Vincenzo Emma ed il vicario episcopali ai Beni Culturali Ecclesiastici don Pino Paci.

 “La comunità parrocchiale - afferma Don Rabita - si trova in grave disagio, perché la chiesa è la più vasta del paese e della diocesi e vi sono iniziative a valenza cittadina e diocesano. I lavori sono stati sospesi nel Natale del 2007 e non sono stati più ripresi. Ho cercato di mettermi in contatto con la ditta Seminara di Gange aggiudicataria dei lavori e non mi è stato possibile”.

“La Chiesa Madre  - continua don Pino - fu istituita come parrocchia intorno al XIV secolo dai principi Barresi, signori di Pietraperzia che dimoravano nel vicino castello. L'edificio di culto in stile normanno si può individuare nel salone divenuto sala di riunione, in cui sono stati riportati alla luce gli antichi capitelli dell'abside centrale in stile bizantino e nella cortina di mura a secco nello spazio antistante la chiesa della Cateva. Questo primo edificio fu abbattuto per dare posto all'attuale tempio; ciò viene asserito da una scritta posta sulla facciata interna sopra il portone centrale della chiesa dove si legge che i lavori furono iniziati nel 1792. In questa chiesa vennero collocate le tombe gentilizie dei Barresi”.
Don Pino Carà