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sabato 1 marzo 2014

INCENDIO DOLOSO ALLA CASERMA VECCHIA



INCENDIATA UNA MACCHINA IN LARGO GIUDICATO

PIETRAPERZIA. Un auto è stata distrutta da un incendio probabilmente di origine dolosa. Si tratta di un’Opel Corsa a tre porte appartenente al giovane trentenne Filippo Gangitano, bracciante agricolo. Il mezzo era posteggiato  davanti alla sua abitazione di Largo Giudicato, dove era la “Caserma Vecchia”, dietro il palazzo municipale di via San Domenico, nel centro storico. L’incendio è scoppiato verso le tre e mezza nella notte fra mercoledì e giovedì. Le fiamme di smisurata altezza come un gran falò hanno imbrattata la facciata dell’abitazione di Filippo Gangitano, rendendole di colore nero. Del mezzo distrutto dalle fiamme è rimasta solo la carcassa ed i danni sarebbero  di tremila euro. Gangitano proprietario dell’auto è stato svegliato dal rumore  dell’incendio e dall’odore pungente ed acre del fumo. Sono stati avvisati i vigili del fuoco di Enna e di Caltanissetta, che sono venuti tempestivamente. Sono arrivati anche i carabinieri della locale stazione comandati del luogotenente Nicola Lomoro.  Per domare l’incendio ci sono volute circa due ore e sotto la il mezzo è stata rinvenuta una bottiglia con mezzo litro di liquido infiammabile. Il comandante Nicola Lomoro ha aperto un fascicolo ed ha avviato tempestivamente le indagini per portare alla luce gli esecutori del fatto malavitoso. Il giovane  Filippo Gangitano, dalla fedina penale pulita è rimasto sgomento del vile attentato ed ha affermato che in passato non ha ricevuto minacce o avvertimenti di alcun genere. Filippo Gangitano abita in via Giudicato insieme alla sua consorte di nazionalità rumena. Nel giro di una settimana si sono avuti due incendi di macchine; infatti nella notte fra il 21 e il 22 febbraio scorso  un furgone Fiat “Ducato” di colore bianco era stato distrutto da un incendio sviluppatosi forse per cause naturali. Il mezzo era parcheggiato in via Giovanni XXIII. Il furgone era di proprietà del falegname barrese I. S. che abita in paese ed era stata  danneggiata gravemente anche una Mini “Cooper”. Il mezzo di F. G. era posteggiato da solo. Non si riesce a capire chi possa avere compiuto tale “bravata”. Infatti F. G. in paese è stimato e benvoluto da tutta la cittadinanza e non è capace di azione di cattiveria. Come sempre in questi casi regna l’omertà; pare che gli inquirenti siano in possesso di buoni elementi per smascherare agli autori dell’atto di stile mafioso.
Giuseppe Carà