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mercoledì 26 marzo 2014

LA SAGRA DEI SOLDATI DI ERODE - FESTA DI SAN GIUSEPPE DEL 2014



La sagra della fuga in Egitto

LA SANTA FAMIGLIA

MAREA DI FEDELI

PIETRAPERZIA. “Alla sagra delle fuga in Egitto”  tenuta domenica scorso nello spiazzo della Chiesa Madre ha partecipato una marea di fedeli. La festa di San Giuseppe  da anni si celebra la domenica dopo il 19 marzo. Essa ricorda l’episodio evangelico della Santa Famiglia di Nazareth che per sfuggire all’ordine dato da erode per la strage degli innocente fugge in Egitto.  Singolare la recitazione davanti la chiesa madre che da anni si serve di una composizione poetica nata a Barrafranca nel 1924  e che fu importata in paese da alcuni operai della società Regina Margherita. I personaggi della rappresentazione di talento sono stati: Massimo Miccichè (San Giuseppe), Francesca Cilano (Madonna), Salvatore Di Gregorio (Bambino), Thomas Miccichè (Angelo). I tre ufficiali di Erode sono stati come da tradizione: Filippo D’Alessandro, Filippo Bonfirraro e Roberto Falzone. I tre cavalli sono stati forniti da Pietro Nocilla, Liborio Micciche, Di Marca Bonfirraro Liborio fu Salvatore. L’asina cavalcata dalla Madonna è stata fornita anche da Pietro Nocilla.
La processione partita dalla chiesa madre dopo la messa solenne ha visto che una ventina hanno portato a spalla la statua di San Giuseppe. I giovani devoti sono stati:  Pietro Bongiovanni, Santo Calandra, Loris Cagno, Giovanni Emma, Rosario Falzone, Vincenzo Messina, Emanuele Miccichè, Mario Miccichè, Rocco Miccichè, Antonino Puzzo, Vincenzo Raia, Oliver Reppold, Michele Sclafani, Gaetano Spampinato. Salvatore Trubia, Giuseppe Ustica, Giovanni Viola, Michele Vitale, Salvatore Stella, Filippo Romano.
La processione è stata accompagnata dalla banda “Vincenzo Ligambi” diretta magistralmente dal maestro Salvatore Bonaffini del conservatorio di Catania.
       Il parroco Giuseppe Rabita  nel suo messaggio ha condannato alcuni rigurgiti di razzismo affermando: “San Giuseppe, insieme con la sua sposa e il bambino suo figlio, ha provato l’amarezza dell’esilio. In questi giorni si è diffusa la voce che a Pietraperzia dovrebbero essere ospitati presso la Delegazione 50 persone richiedenti asilo politico. Mi ha colpito l’allarme che si è ingenerato anche tra i cristiani: “Adesso dobbiamo temere per i nostri figli che potrebbero essere rapiti, le nostre figlie violentate, verranno a rubarci il lavoro”. Mi sono chiesto: “Ma, siamo in Sicilia o nella Padania leghista?”. Non sono i neri che stanno venendo ad invaderci, ma uomini e donne che bussano alla porta della nostra generosità e capacità di accoglienza. Che vale celebrare la festa di S. Giuseppe e poi esprimersi con il più ottuso razzismo. Se San Giuseppe e la S. Famiglia fossero fuggiti a Pietraperzia, avrebbero trovato accoglienza? Mi viene qualche dubbio! Se ragioniamo così non abbiamo capito nulla né di cristianesimo, né di che significa essere uomini”.
 Giuseppe Carà