Claudio Lombardo alla Casa
dell’Anima per raccontare le vite che non vogliamo vedere …
CLAUDIO LOMBARDO ED IL SUO TEAM
PIETRAPERZIA. Claudio Lombardo è stato ospite alla
Casa dell’Anima di Portella di Matteo, insieme ad Alì Jafar, mediatore
culturale, afghano da cinque anni a Caltanissetta. Claudio ed Alì hanno
raccontato e spiegato aspetti delle legge sull’immigrazione a partire dalla
Turco -Napolitano del 1998 fino al più recente pacchetto Maroni del 2009, che
regolano i flussi e definiscono che la clandestinità è un reato. Claudio ha
spiegato quali sono i nodi principali delle leggi sull’immigrazione e
soprattutto ha illustrato gli sprechi e la “mala cooperazione” che portano a
buttare via denaro pubblico per il profitto di pochi imprenditori e operatori
“umanitari” che con l’alibi dell’emergenza hanno inghiottito e rapinato
miliardi di euro.
Alì ha raccontato di come è arrivato in Italia
ed ha rischiato di naufragare anche perché i poliziotti greci hanno
letteralmente ributtato in mare lui e altri che erano arrivati con lui
dall’Afghanistan passando per la Turchia.
Sui sussidi agli immigrati
Claudio ha ricordato che i soldi che si pensa vadano agli immigrati sono
utilizzati per pagare anche gli operatori
umanitari, che quando sono onesti e seri non percepiscono grandi cifre,
al contrario ne percepiscono molto di più e in modo improprio quando
approfittano e “giocano” sulle emergenze, come nel periodo della “primavera
araba” e della “guerra in Libia” del 2011.
“E poi – afferma Claudio - basterebbe ricordarci le nostre radici, sia
italiani che siciliani abbiamo sempre emigrato negli ultimi due secoli, anche
clandestinamente, come ci raccontano libri molto interessanti al riguardo come
Milano Corea di Franco Alasia e Danilo Montaldi. Collegare la memoria e il presente, la mente e
il cuore, è sempre quello il segreto per mantenersi vivi e padroni della
propria storia personale e collettiva, soprattutto in questa epoca di
stordimento ipertecnologico e di paure e insicurezze alimentate dalla
cosiddetta crisi”.
Giuseppe Carà