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mercoledì 25 settembre 2013

NOZZE DI DIAMANTE TRA GIUSEPPE RINDONE E FRANCESCA EMMA



Nozze di diamante
 Giuseppe Rindone – Francesca Emma
 
 GLI SPOSI DIAMANTINI

PIETRAPERZIA. I coniugi Giuseppe Rindone e Francesca Emma giovedì 26 prossimo alle ore celebrano le nozze di diamante; nel 2003 festeggiarono quelle d’oro. Giuseppe Rindone è nato a Pietraperzia il tre dicembre 1927 ed ha svolto la sua attività lavorativa dedicandosi alla campagna, coltivando  la propria e l’altrui terra; nella seconda parte della sua esistenza fino alla pensione ha lavorato al mulino di “Callararu” come addetto alla macinatura del grano. Invece  la signora Francesca Emma è nata a Pietraperzia il dieci giugno del 1930 ed ha fatto sempre la casalinga accudendo ai figli ed ai nipoti. I coniugi Rindone si sono sempre dedicati con immutabile amore e forte attaccamento alla famiglia e quindi alla crescita dei tre figli: Giovanni detto Gianni di 59 anni; Lucia di 55 anni e Filippo di 50 anni.
       I longevi festeggiati si sono sposati nella parrocchia Santa Maria di Gesù il 26 settembre 1953. Nel ricordare il 60° anniversario delle loro nozze, hanno voluto fare presente, a chi sta per sposarsi, che “il matrimonio dura tutto l’arco della vita e poggia sulla comprensione reciproca, annullando i personalismi deleteri nel convissuto giornaliero. L’amore vicendevole dev’essere più forte di tutte le difficoltà a cui si va incontro e lo scambievole perdono delle manchevolezze  umane sana le ferite del vivere civile. Noi siamo il passato, la generazione successiva sono il presente, i giovani di oggi sono il futuro. Questi ultimi devono costruire un mondo migliore per le generazioni che verranno. L’insegnamento che noi vecchi “ceppi” dalle radici profonde lasciamo alle generazioni nuove sono che “le doti migliori dell’uomo non si dimostrano, facendosi qualche grammo di droga, stuprando e violentando le donne, ma avendo una vita interiore serena, equilibrata e ricca di amore di Dio e del prossimo. Una particolare benedizione di Dio, della Madonna della Cava e di padre Pio scenda su tutta le nostre famiglie”.
Giuseppe Carà