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mercoledì 21 agosto 2013

PROBLEMA INQUINAMENTO. INCONTRO GIUSEPPE REGALBUTO E SALVATORE CALI'



Inquinamenti nel territorio
 SALVATORE CALI'

IL PRESIDENTE GIUSEPPE REGALBUTO

PIETRAPERZIA. Il consigliere comunale di maggioranza Salvatore Calì ha incontrato il dottor Giuseppe Regalbuto nella qualità di presidente  delle miniere dismesse nel contesto dell’URPS (Unione  Regionale Province Siciliane) con all’ordine del giorno il problema di tumori a Pietraperzia. L’incontro si è svolto presso la sede dell’URPS in via Roma, palazzo delle province di Enna. Nella qualificata assisi i due illustri personaggi hanno analizzato gli ultimi eventi  di morte per malattia tumorale ed altre varie malattie attinenti all’inquinamento.
       Una approfondita analisi è stata fatta sulla presenza di inquinamenti nel territorio pietrino. Sostiene Salvatore Calì: “Pietraperzia è altamente inquinata; infatti abbiamo il cemento amianto di Pasquasia, la discarica di materiale vario presso il corso fluviale della miniere di Pasquasia, che arriva nei paraggi del paese; varie manufatti all’interno del paese in eternit; i venti che trasportano sostanze discutibili da Gela; la vicina miniera di Bosco Palo  che risulta sviluppare radiazioni nocive per l’uomo. Il presidente Regalbuto conferma  il dato di Bosco Palo con documentazioni ufficiali; il presidente Regalbuto afferma che da una indagine  del 1997 nel territorio di Barrafranca, Piazza Armerina,  e Pietraperzia, l’aria risulta altamente inquinata da polveri sospesi totali ed alta concentrazione di monossidi di carbonio  relativamente all’inquinamento atmosferico”.
       E’ stato un incontro di studio e vogliamo allargare a tutte le realtà sociali presenti nel paese e sensibili al problema. L’inquinamento atmosferico è un problema di una certa gravità; inoltre poi vi sono le onde elettromagnetiche dovuto ai ripetitori; comunque si puoi dire che la problematica è alto spessore. Bisogna sviluppare la cultura che ogni cittadino deve concorrere a creare un ambiente sano osservando le norme, che a riguardo sono molto rigide”.
Giuseppe Carà