Ieri protesta degli operai
del RMI
CALOGERO FALCONE
PIETRAPERZIA. Ieri mattina i venti operai del Reddito
Minimo hanno organizzata una protesta prima di scendere al lavoro. Si era
decisa una giornata di sciopero, ma poi l’interevento dell’assessore Salvatore Di
Calogero ha appianato la situazione.
Motivo
del contendere la mancata corresponsione del salario da almeno due mesi ed
ancora non ci sono spiragli all’orizzonte. Lo stato di agitazione è stato
indetto dal sindacalista Calogero Falcone segretario regionale.
di temp-Sicilia della Uil. Vi è stata una intesa
tra il sindaco Vincenzo Emma, il dottor Francesco Falzone e l’assessore Salvatore
Di Calogero, responsabile dei cantieri di Rmi.
“Il ritardo
è dovuto – dichiara il sindaco Enzo Emma – al mancato accreditamento della
somma da parte della Regione; che dovrebbe accreditare i quattro/12”.
“Ho
fatto l’intervento preso l’assessorato al lavoro – dichiara il dottor Calogero
Falcone - e l’accredito non si è avuto
perché bisogna mandare alcuni documenti di avvenuto rendiconto che dovrebbero
rilasciare le banche”.
“Ho
fatto l’intervento – dichiara l’assessore Salvatore Di Calogero – presso il
ragioniere capo del comune Gianfilippo
Marino ed abbiamo visto che la pratica è in via di definizione”.
“Certamente
il ritardo è notevole, - dichiara Antonio Di Gloria del Pd - ma ancora passerà altro tempo; purtroppo si
gioca sulla pelle dei lavoratori ed una burocrazia occhiuta non fa niente per
snellire l’iter burocratico. I 20 operai che devono percepire la mensilità
sono: Filippina Stella, Rosaria Mancuso, Loredana Di Natale, Giuseppe Di
Lavore, Vincenzo Di Lavore, Calogero Salamone, Salvatore Ippolito, Nunzia Incaudo, Silvana Spampinato, Filippa
Spampinato, Giuseppe Di Lorenzo, Giuseppe Russo, Rosa Cutaia, Antonino Montedoro,
Margherita Alfieri, Santo Calandra, Vincenzo Aiello, Vincenzo Spampinato, Giovanni Battista
Margani e Giuseppe Vitale”.
“Ho fatto parecchi interventi
per mantenere – continua il sindaco Enzo Emma - questo servizio comunale del
RMI che è un sostegno esistenziale per molte famiglie. Noi abbiamo fatto il
massimo possibile e vogliamo dare serenità ai nostri cittadini e non vogliamo
esasperare le numerose situazioni difficili di coloro che sono nella più nera
povertà. Le porte del comune sono aperte per tutta la cittadinanza”.
Giuseppe Carà