Casa dell’Anima: Restiamo
Umani, della compagnia Ultimo Teatro alla Rassegna Racconti e canti in campagna.
LUCA PRIVITERA
PIETRAPERZIA. Sabato il 27 luglio alle ore 21 e 30
arriva alla Casa de l’Anima”, Restiamo
Umani della compagnia Ultimo Teatro, compagnia teatrale di Pistoia.
Luca e Nina sono gli autori e i protagonisti
di questo racconto teatrale a più voci, supportato anche da immagini video ma
proponibile anche senza immagini. Le immagini più importanti sono evocate e
“vissute” dai due narratori in scena, Luca e Nina appunto.
I protagonisti affermano: “Restiamo
Umani per continuare a parlare ancora di Palestina e del problema Israeliano
Sionista. Restiamo Umani perché anche se i primi sono entrati a far parte
dell’Onu come stato osservatore, per noi non è una soluzione, ma un modo come
un’altro per dimenticare, non prendere decisioni, non prendere i dovuti
provvedimenti!”.
La musica della tammorra,
dell’organetto e di una specie di flauto rudimentale che Luca suona ogni tanto
in scena punteggiano e aggiungono poesia al racconto. Luca e Nina sono in questi giorni a in
Sicilia per preparare il loro prossimo spettacolo “In ginocchio” con la regia
di Sergio Lo Verde. Lo spettacolo Restiamo Umani riprende le parole di Vittorio
Arrigoni e di Mamhoud Darwish, poeta palestinese.
“Il racconto, - afferma Angelo Maddalena - come nella tradizione del teatro di narrazione
in Italia, che parte dagli antichi cantastorie e dagli aedi e arriva fino a
Dario Fo e ai “giovani” Ascanio Celestini e Mario Perrotta, per citare i più
noti, prende spunta da una realtà estremamente viva e attuale, ed entra dentro
la questione piena di “urla e lacerazioni”, oppressione e massacri,
responsabilità storiche e attuali, e complicità di ognuno di noi e dei propri
silenzi e false parole di “conciliazione”, soprattutto quando utilizzate da
scrittori e intellettuali europei silenziosamente o retoricamente complici dei
massacri in Palestina a opera del governo e dell’esercito israeliano”.
“Ritorna quindi – chiude Angelo Maddalena”- un racconto che vuole aprire gli occhi, come
dovrebbero essere tutti i racconti e le narrazioni televisive, o
cinematografici o letterari, impastati di realtà o comunque non evasivi o pieni
fiction e di distrazioni facili. Un racconto vivo appunto, che richiama
l’urgenza di vivere le emozioni e le speranze,
il dolore e il massacro “invisibile” di un popolo impoverito e distrutto
da decenni di repressione e aggressione da parte di uno degli eserciti più
attrezzati e potenti del mondo. Questo è l’invito che ci viene fatto da Luca e
Nina. Al tempo stesso il racconto è accessibile anche agli adolescenti per la
chiarezza e anche la “leggerezza” di uno stile narrativo fortemente
mediterraneo. Luca infatti è originario delle Madonie e Nina ha nonni ebrei o
comunque di origine ebrea. E anche questo viene narrato nel racconto. Per
informazioni su come arrivare: 3881973465 (Angelo Maddalena).
Giuseppe Carà